MILANO – Brennero sì, trivelle forse. Tav congelata. È perentorio il ministro Danilo Toninelli nel replicare alle accuse di aver provocato incertezza nel settore delle opere pubbliche, a causa dei tentennamenti di questi mesi relativi non solo alla Tav ma anche al Terzo Valico e al tunnel del Brennero.
Di fatto, precisa, l’unica infrastruttura che il governo ha congelato finora è la Torino-Lione. In attesa della ormai ‘fantomatica’ analisi costi benefici che “arriverà nei prossimi giorni”, come si affretta ad annunciare il responsabile del Mit, per non creare l’ennesimo incidente con l’alleato leghista, da sempre favorevole all’opera.
Non a caso, al flash mob ‘Sì Tav’ organizzato sabato 12 gennaio a Torino saranno presenti, tra gli oltre 60 sindaci anche quelli del Carroccio, che sfileranno accanto ai colleghi del Pd: tutti rigorosamente senza fascia, senza Gonfalone e senza bandiere di partito, ma uniti nel ribadire l’importanza dell’opera.
“Stiamo congelando la Torino-Lione perché costa più di 20 miliardi“, ricorda Toninelli
In suo soccorso interviene il Mit, snocciolando i numeri: 9,6 miliardi attualizzati (Cipe 2017) più 1,4 miliardi di studi, indagini geognostiche e gallerie esplorative (lavori già effettuati e con un consistente contributo europeo di circa 600 milioni in capo all’Unione europea) per il tunnel di base.
Cifre che, invece, secondo il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, sono precedenti all’accordo internazionale del 2012 “che ha di fatto dimezzato i costi dell’opera”. Secondo il governatore, per l’Italia si tratta ora di circa 4,6 miliardi, di cui 2,885 miliardi per la tratta internazionale e 1,7 per quella nazionale, “senza tener conto della disponibilità dell’Ue ad aumentare la sua quota di compartecipazione“.
Non si fermano le adesioni al flash mob promosso dai comitati per il Sì alla Tav
Alla manifestazione ci saranno anche le imprese e le associazioni di categoria, gli ordini professionali e alcuni sindacati. La conferma arriva dalla riunione alla quale hanno partecipato i rappresentanti di oltre 30 sigle di associazioni datoriali, cooperative, sindacati, ordini professionali. “Il dialogo e il confronto su basi tecnicamente affidabili continuano – scrivono – a essere gli strumenti corretti per la realizzazione della Tav Torino Lione. Siamo pronti a sostenere qualsiasi luogo di condivisione delle istanze del territorio purché questo sia basato su regole chiare e condivise (Osservatorio, tavoli tecnici, etc.)”.
Ma la vera novità è la decisione di giocare un ruolo in vista delle prossime elezioni regionali di fine maggio, domandando alle forze politiche una sorta di carta d’identità programmatica. “Chiederemo conto dei programmi di chi si candiderà alle prossime elezioni circa gli investimenti infrastrutturali e per lo sviluppo del territorio“, spiegano le associazioni d’impresa.
A giorni, facendo fede l’annuncio di Toninelli, l’indecisione leghista dovrà lasciare spazio a una posizione. Di governo o di partito. (LaPresse)