Torino: la Guardia di Finanza scopre un laboratorio abusivo di capi contraffatti, due denunce

Operazione della Guardia di Finanza

TORINO – La Guardia di Finanza di Torino ha scoperto, in un’abitazione situata nel centro storico del capoluogo piemontese, un laboratorio di sartoria abusivo nel quale venivano realizzati capi di abbigliamento recanti noti marchi presumibilmente contraffatti.

L’intervento è scaturito in seguito a una segnalazione al 117, ed è stato condotto attraverso l’esecuzione di una perquisizione presso uno stabile nel quartiere di ‘Porta Palazzo’, al cui interno è stato individuato un “atelier” destinato alla produzione di capi di abbigliamento riproducenti famosi brand, destinati ad alcune aree mercatali torinesi.

Il tutto era gestito da due cittadini di origini senegalesi, pluripregiudicati per reati contro l’industria e il commercio. I due responsabili, in possesso di regolare permesso di soggiorno sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria per i reati di produzione di marchi contraffatti e commercio di farmaci pericolosi.

L’attività investigativa ha quindi fatto emergere nell’ipotesi investigativa, prosegue il comunicato della GdF, una vera e propria “fabbrica del falso”, dotata delle attrezzature necessarie alla produzione illecita, come macchine da cucire, stiratrici e oltre 360 mila metri di filato acrilico e cotone per confezionamento).

Nel corso delle operazioni sono stati rinvenuti migliaia di imballi, etichette e loghi utili al successivo confezionamento, nonché numerosi prodotti medicinali pericolosi (inibitori della fosfodiesterasi), destinati alla vendita. All’atto dell’intervento, i soggetti coinvolti hanno cercato di disfarsi di tutta la merce utilizzando una porta secondaria, aggiunge il comunicato della Gdf.

L’operazione ha portato al sequestro dell’immobile sede del presunto laboratorio abusivo, delle attrezzature occorrenti alla lavorazione nonché di capi d’abbigliamento (piumini e scarpe comprensivi degli imballi riproducenti i segni distintivi dei prodotti originali) destinati all’immissione in commercio sulle bancarelle dei locali mercati rionali.

(LaPresse)

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