TORINO – E’ un 62enne originario di Piazza Armerina, in provincia di Enna, e residente a Torino, Luigi Oste, l’uomo fermato dalla polizia perché sospettato di avere ucciso Massimo Melis, l’operatore della Croce Verde freddato con un colpo di pistola alla tempia il primo novembre. Le indagini sembrano così confermare le prime ipotesi: il movente dell’omicidio sarebbe di matrice passionale. A quanto si apprende, Oste si sarebbe invaghito di Patrizia Cataldo, dipendente di un bar della periferia nord di Torino, con cui Melis aveva riallacciato i rapporti dopo una precedente relazione. Oste sarebbe stato incastrato dall’esame dei tabulati telefonici e dei filmati delle telecamere di videosorveglianza: l’operatore della Croce Verde era stato ucciso proprio sotto casa di Patrizia, pochi minuti dopo averla scortata sul pianerottolo.
Oste, che risulta separato, sembra essere stato preso da un attacco di gelosia, e la sera del 31 ottobre avrebbe deciso di pedinare i due: la donna aveva sempre respinto le avance del 62enne ma non si sentiva al sicuro. per questo aveva chiesto a Melis di accompagnarla a casa. Quando Melis, dopo averla lasciata nell’androne, è rientrato in auto, Oste avrebbe aperto la portiera e sparato a bruciapelo. Nei giorni scorsi, l’autopsia eseguita sul corpo aveva datato l’omicidio intorno alle 21 del 31 ottobre: per il medico legale Roberto Testi, chi ha sparato impugnava un revolver 38/357, un’arma piccola e facilmente reperibile. Il corpo è stato ritrovato la mattina dell’1 novembre, proprio da Patrizia, all’interno della Fiat Punto blu, vicino al sottopasso buio che porta al parco Sempione.
La notizia del fermo arriva proprio nel giorno del funerale della vittima nella chiesa di via Sant’Antonio da Padova dove venerdì sera è stato anche recitato il rosario.
LaPresse