CARDITO (Domenico Cicalese e Francesco Celardo) – ‘Morire’ e ‘sei anni’ sono parole che non potrebbero stare nella stessa frase. Suonano come opposti, sono antitetiche, proprio non si incastrano, a prima vista nemmeno a forzare la mano. Eppure la giornata di ieri ci insegna che purtroppo possono coesistere e che sono fin troppo vicine alla vita di ognuno di noi.
La tragedia
Un bimbo di 6 anni, Giuseppe, è stato trovato morto nella sua abitazione al primo piano di via Marconi 60. Nel momento del macabro rinvenimento la sua salma era irriconoscibile, coi connotati sfigurati. Il bambino infatti non ha perso la vita per cause naturali, ma è stato brutalmente ammazzato. A schiaffi, pugni, con una violenza inaudita. Persino a colpi di scopa. A lanciare l’allarme sono state le urla strazianti alzatesi al cielo e partite dal cuore dell’appartamento dell’orrore. Il frastuono ha attirato l’attenzione dei vicini che hanno immediatamente telefonato alle forze dell’ordine.
All’ora di pranzo, di domenica, via Marconi è da sempre l’emblema della quiete, così come d’altronde lo è tutto il centro storico. I decibel di quelle urla potevano significare soltanto ciò che poi sarebbe stato appurato di lì a breve. Sul posto sono giunti i carabinieri della compagnia di Casoria, gli agenti della polizia municipale e un’ambulanza. Nel frattempo il vicinato si accalcava sull’uscio del portone di quel palazzo assurto a protagonista per un giorno delle cronache locali. In via Marconi giungeva inoltre la squadra mobile. Quando i sanitari e le forze dell’ordine hanno fatto il loro ingresso nell’abitazione, si sono trovati davanti agli occhi una scena raccapricciante.
La sorellina in ospedale
Adagiato sul divano col volto tumefatto il bambino di 6 anni, Giuseppe, accanto a lui la sorellina di 8 anni agonizzante. Inutili i tentativi di rianimare il pargolo. Entrambi erano irriconoscibili, la femminuccia è stata trasportata d’urgenza all’ospedale pediatrico ‘Santobono’ di Napoli. La piccola Noemi giocherà un ruolo decisivo nella vicenda. Lo scopriremo dopo. Nell’abitazione c’erano anche la 30enne Valentina Casa, mamma dei piccoli, il suo convivente Tony Badre Essobti, nato ad Acerra 24 anni fa e residente a Crispano, e un’altra figlia della donna di appena 4 anni, per fortuna illesa.
La coppia
I bambini sono figli di una relazione precedente della donna e sono tutti nati a Vico Equense, luogo d’origine della donna che a Cardito si era trasferita di recente da Massa Lubrense. La coppia è stata immediatamente ascoltata dagli inquirenti. Sotto i riflettori delle indagini ci è subito finito il 24enne Tony Essobti.
I due convivevano in quell’appartamento da circa 6 mesi. Secondo la ricostruzione, sarebbe stato lui a uccidere il bambino e a inveire contro la sua sorellina. Il motivo? Pare che al ragazzo, di nazionalità italiana ma nato da una relazione tra un nordafricano e una donna del posto, non andasse giù che la sua compagna non gli rivolgesse attenzioni, preferendo darle ai bambini.
Ma c’è di più. Il 24enne avrebbe già pestato i bambini la sera prima, poi si sarebbe allontanato trascorrendo la notte tra sabato e ieri fuori casa, salvo fare rientro in mattinata. Per completare l’opera. Valentina, in evidente stato di choc, avrebbe in un primo momento raccontato alle forze dell’ordine che i bambini erano caduti per le scale. Si diceva del ruolo decisivo della bambina.
La piccola è arrivata nel nosocomio pediatrico del capoluogo in condizioni molto gravi. Presentava trauma cranio-facciale e contusioni multiple per il corpo da percosse. Aveva il volto gonfio, di colore viola misto al nero dei lividi. Se la caverà, per fortuna, ma le sue condizioni cliniche e psicologiche impongono un continuo monitoraggio. E’ stata proprio lei, ancora inconsapevole di aver perso il fratellino, a raccontare ai dottori del reparto di neuprischiatria e al magistrato Paola Izzo l’orrore che ha portato lei in quel letto di ospedale, e Giuseppe a perdere la vita.
La testimonianza della piccola
La bambina ha fornito una descrizione dettagliata della vicenda, riavvolgendo il nastro alla sera prima e aprendo poi al dramma familiare. Attorno alle 17 Tony Essobti è stato caricato in una volante della polizia ed è stato condotto negli uffici della questura di Napoli. La sua uscita è stata accompagnata dagli insulti del vicinato. Circa mezz’ora dopo anche Valentina è stata portata in via Medina. I due sono stati a lungo interrogati. Sono stati molto collaborativi, dopo i primi momenti di ‘trincea’. Il capannello di residenti accalcatisi al civico 70 si è dissolto attorno alle 20 e 30, quando i mezzi della polizia mortuaria sono usciti dal palazzo. In uno dei veicoli c’era il corpicino senza peccato del piccolo Giuseppe.