Tragedia di Genova, la Procura: “Il Ponte Morandi era un malato gravissimo”

Gli indagati potrebbero essere una ventina. Intanto Ferrazza e Brencich lasciano la commissione

Foto LaPresse - Tano Pecoraro

GENOVA“Il Ponte Morandi era un malato gravissimo”. Dichiarazioni della Procura della Repubblica di Genova che indaga sulla tragedia del 14 agosto scorso. I periti incaricati dai pm incaricati di fare luce sulle eventuali responsabilità del crollo del viadotto hanno evidenziato un gravissimo stato di degrado della struttura.

Anche il moncone ovest è a rischio

In un primo momento si era verificato che al di là della campata centrale crollata il 14 agosto scorso, anche il moncone est rimasto in piedi sarebbe a rischio. A seguito del sopralluogo eseguito e dei primi accertamenti, i periti hanno evidenziato che anche le condizioni del moncone sul lato ovest sono “gravissime”. A svelare parte delle conclusioni dei periti è stato il procuratore di Genova Francesco Cozzi. Ciò che resta di Ponte Morandi è ancora sotto sequestro.

Perizia e indagati: potrebbero essere una ventina

La perizia degli esperti però dovrebbe dare ai pm un quadro chiaro della situazione. E soprattutto permettergli di iscrivere i presunti responsabili del registro degli indagati. Potrebbero essere una ventina. Al momento il fascicolo è a carico di ignoti per le ipotesi di reato di attentato colposo alla sicurezza dei trasporti, omicidio colposo plurimo e disastro colposo.

Sequestri altri atti alla Società Autostrade

Intanto la Procura ha inviato la guardia di finanza presso gli uffici di Genova, Firenze e Roma della Società Autostrade. Sono stati acquisiti altri atti e documenti. Tra questi ci sarebbe anche la corrispondenza tra Autostrade e il Ministero delle Infrastrutture in merito alla situazione di Ponte Morandi e la copia dei dati contenuti nelle sim di 15 cellulari di dirigenti della Società che aveva in concessione il Ponte Morandi, tra cui anche il presidente Fabio Cerchiai, l’ad Giovanni Castellucci e il direttore del ‘tronco’ di Genova Stefano Marigliani.

Gli inquirenti non escludono dalle ipotesi che i vertici di Società Autostrade sapessero delle condizioni di Ponte Morandi e, in questo caso, non avrebbero posto in essere le azioni per evitare la tragedia. Intanto entro tre o quattro giorni i pm avranno anche la copia di tutte le email relative a Società Autostrade. Da valutare anche eventuali ingerenze di Atlantia, la società della famiglia Benetton che controlla Società Autostrade e che è finita nel mirino del governo per i lauti introiti degli ultimi anni, a fronte di una inadeguata manutenzione delle arterie autostradali in concessione (che è intenzione del governo revocare appena possibile).

Il procuratore: “Alcuni documenti sono molto rilevanti”

Cozzi ha sottolineato che si sta provvedendo a visionare la documentazione acquisita finora e ha dichiarato che “alcuni documenti sono molto rilevanti”. E poi allarga il discorso al futuro di Ponte Morandi: “Se dovrà essere abbattuto, chiederemo che venga fatto tutelando, però, il materiale che potrebbe risultare utile sul piano investigativo”. La Procura vuole evitare l’utilizzo di cariche esplosivo e chiederà lo smontaggio del ponte.

Le prossime mosse dell’autorità inquirente e l’addio di Ferrazza e Brencich

Una volta iscritti i presunti responsabili nel registro degli indagati i pm chiederanno al gip di ascoltare le parti in causa per cristallizzare le prove. Intanto Roberto Ferrazza e Antonio Brecich hanno lasciato la commissione ispettiva del Ministero “per ragioni di opportunità”. Il nuovo componente dell’organo sarà Alfredo Principio Mortellaro, dirigente del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

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