Trapani, caccia a Messina Denaro: in manette un imprenditore di fiducia

Si tratta di un 50enne di Castelvetrano, il fratello era un killer di Cosa Nostra

TRAPANI – Blitz della Dia di Trapani che ha messo in manette un uomo ‘di fiducia’ del boss latitante Messina Denaro. Si tratta di un imprenditore 50enne di Castelvetrano (città originaria del capoclan), acciuffato grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Le forze dell’ordine hanno sequestrato anche due imprese a lui riconducibili, la Calcestruzzi Castelvetrano e e la Clemente Costruzioni. Dalle indagini l’imprenditore sarebbe risultato uno dei più attivi del sodalizio criminale guidato da Messina Denaro, considerato l’attuale capo di Cosa Nostra. Le indagini avrebbero documentato alcuni incontri fra l’arrestato e Dario Messina, considerato l’attuale reggente della famiglia.

I legami con Messina Denaro

Secondo gli inquirenti, l’imprenditore 50enne di Castelvetrano avrebbe avuto legami con Patrizia Messina Denaro, sorella del boss latitante. L’uomo le avrebbe dato dei soldi, raccontano i collaboratori di giustizia, così come gli altri imprenditori che si sarebbero spartiti le commesse della ‘famiglia’. L’intero nucleo familiare del 50enne sarebbe risultato come il reggente di Cosa Nostra a Castelvetrano: il fratello è stato in passato condannato per mafia e per alcuni omicidi. Aveva esercitato anche lui l’attività imprenditoriale, si è suicidato in carcere nel 2008. Sarebbero stati legati ai Messina Denaro anche attraverso l’Enologica Castelseggio, azienda degli anni Ottanta oggi confiscata. L’arrestato, per il gip,  avrebbe agito “mediante il  ricorso alla violenza e alla minaccia nei confronti dei committenti riottosi a piegarsi di fronte alla sua caratura mafiosa”.

L’obiettivo: smantellare la rete di protezione del boss

L’operazione della Dia, coordinata dalla Dda di Palermo, rientra nell’ambito dell’azione investigativa finalizzata a intaccare la rete di protezione del boss latitante. Per riuscirci, gli investigatori stanno cercando di eliminare dal mercato le imprese mafiose che costituiscono le principali fonti di approvvigionamento finanziario dell’organizzazione di Messina Denaro.

 

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