MILANO – Potrebbe non essere un martedì semplice per chi viaggia in aereo. Per il 21 maggio, le sigle Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo hanno infatti indetto uno sciopero di 24 ore che coinvolgerà piloti e assistenti di volo di Alitalia, Blue Air e Blu Panorama, oltre ai tecnici della manutenzione e al personale di terra delle compagnie aeree, gli addetti all’handling al catering e quelli delle gestioni aeroportuali. Esclusi, invece, i dipendenti Enav.
Martedì nero per il traffico aereo
“Per la grave situazione occupazionale del trasporto aereo, per dare un futuro certo ai lavoratori di Alitalia, per il rinnovo del contratto nazionale di settore, per una legislazione di sostegno al settore e per il finanziamento strutturale del Fondo di solidarietà del trasporto aereo”, le ragioni della protesta elencate dalla Filt Cgil, che ha annunciato anche un presidio dei lavoratori a partire dalle 10 presso le partenze nazionali del terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino.
Alitalia adotterà un piano straordinario per ridurre i disagi
Alitalia, dal canto suo, ha reso noto che verrà attivato un piano straordinario mirato a limitare i disagi dei passeggeri. Nonostante lo sciopero abbia portato alla cancellazione di circa la metà dei voli previsti, sia nazionali che internazionali, il vettore punta tramite l’impiego di aerei più capienti a far viaggiare in giornata circa il 60% di coloro che hanno acquistato un biglietto.
Il futuro della compagnia
Per quanto riguarda il futuro della compagnia, intanto, la partita dovrebbe chiudersi nel giro di un mese. Ne è convinto il ministro Danilo Toninelli, che a margine di un evento a Milano ha parlato di “un dossier molto delicato”, declinando le richieste di commento a un possibile ingresso di Atlantia. “Il termine è fissato per il 15 giugno”, ha spiegato il titolare dei Trasporti, “sono convinto che ce la faremo per quella data. Non voglio parlare finché non abbiamo chiuso”.
Calano gli utili di Ryanair
Se l’ex compagnia di bandiera rimane per il momento col fiato sospeso, non ha grandi motivi per esultare una big del comparto come Ryanair. A chiusura dell’anno fiscale – l’esercizio 2018/2019 è terminato lo scorso 31 marzo – la low cost irlandese ha registrato utili in calo del 29% su base annua, a 1,02 miliardi di euro, escluse le perdite di startup eccezionali di Lauda, pari a 139,5 milioni. Questo a dispetto di una crescita del traffico del 9% – inclusa Lauda, in questo caso – e di ricavi in progresso del 6% a 7,6 miliardi di euro. Per il 2019/2020, le prospettive del vettore rimangono “caute sui prezzi”. Ipotizzando una crescita dei ricavi per passeggero del 3%, l’utile di gruppo dovrebbe rimanere grossomodo piatto tra i 750 e i 950 milioni di euro.
(AWE/LaPresse)