Legambiente, allarme rifiuti in spiaggia: sono 10 per ogni metro

A farla da padrone, si evince dal report, è la plastica, che compone ancora l'81% del totale

MILANO – Per ogni passo che facciamo sulle nostre spiagge incrociamo più di cinque rifiuti, dieci ogni metro. E’ l’allarme lanciato da Legambiente attraverso l’indagine ‘Beach litter 2019’, presentata lunedì sulla spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino, nel Lazio. Su 93 arenili monitorati, per un totale di circa 400mila metri quadrati, pari a quasi 60 campi di calcio, sono stati trovati una media di 968 rifiuti ogni 100 metri lineari (sono 90.049 quelli censiti in totale).

In cima alla lista c’è la plastica

A farla da padrone, si evince dal report, è la plastica, che compone ancora l’81% del totale, con 784 rifiuti ogni 100 metri. E per una spiaggia su tre la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati. L’immondizia sugli arenili e sulla superficie del mare, però, rappresentano appena il 15% di quella che entra nell’ecosistema marino. Mentre la restante parte galleggia o affonda.

Spiagge troppo inquinate

Ai primi posti della top ten dei rifiuti più trovati ci sono pezzi di plastica e polistirolo, ma anche tappi e coperchi di bevande (se ne trovano 1 per ogni metro di spiaggia e rappresentano il 9,6% del totale), mozziconi di sigarette (è stato rinvenuto l’equivalente di 359 pacchetti di sigarette in 9 km, l’8% degli scarti), cotton fioc (il 7,4% del totale) e materiale da costruzione (con oltre 4mila scarti legati a sversamenti illegali in piena spiaggia pari al 4,7%).

In particolare, l’usa e getta di plastica, rappresenta uno dei ‘nemici’ più acerrimi dell’ecosistema marino. Ogni 100 metri di spiaggia si trovano 34 stoviglie (piatti, bicchieri, posate e cannucce) e 45 bottiglie. Sono oltre 10mila in totale le bottiglie e contenitori per bevande, inclusi i tappi (e anelli) censiti sulle spiagge, sostanzialmente la tipologia di rifiuti più trovata in assoluto.

L’Italia è al primo posto in Europa per consumo di acqua imbottigliata

Per la precisione, bottiglie e contenitori per bevande costituiscono il 4,6% del totale mentre bicchieri, cannucce, posate e piatti usa e getta il 3,5%. Secondo Legambiente, è necessario lavorare per aumentare la fiducia dei consumatori nei confronti dell’acqua del rubinetto. L’Italia è il primo paese in Europa e il terzo al mondo per consumo di acqua imbottigliata, nonostante la qualità e la sicurezza dell’acqua del sindaco.

Legambiente lancia l’allarme

“Se sommiamo bottiglie da bevande e tappi di plastica da bevande – precisa Legambiente – arriviamo all’11,7% di tutti i rifiuti presenti sulle spiagge, 11 ogni 10 metri, un’incidenza più elevata di qualunque altro tipo di rifiuto”. A chiudere la classifica dei materiali più trovati ci sono, infine, le retine per la coltivazione dei molluschi (3,4%) e i frammenti di vetro o ceramica con il 3,1%.

Gli effetti negativi della cattiva gestione dei rifiuti urbani

“La cattiva gestione dei rifiuti urbani – sottolinea Legambiente – si conferma la causa principale (per l’85%) della presenza degli scarti sulle spiagge italiane, assieme alla carenza dei sistemi depurativi e alla cattiva abitudine di buttare i rifiuti urbani nel wc (8%). Si tratta soprattutto di cotton fioc ma anche blister di medicinali, contenitori delle lenti a contatto, aghi da insulina, assorbenti o applicatori e altri oggetti di questo tipo che ritroviamo sulle spiagge”. Pesca e acquacoltura sono responsabili del 7% degli oggetti monitorati tra di reti, calze per la coltivazione dei mitili e lenze.

(LaPresse)

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