ROMA – Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nell’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, difende il Documento di economia e finanza del governo. Nel suo discorso, conferma inoltre che l’aumento dell’Iva resterà invariato “in attesa di alternative“. Immediata la dura replica del vicepremier Luigi Di Maio: “Nessun aumento finché il M5S è al governo“.
Aumento dell’Iva confermato, si prospettano nuove tensioni nel governo
Si prospetta uno scenario non poco problematico per la maggioranza di governo.
Se, come ha detto il ministro dell’Economia, “la legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative“, Lega e 5 Stelle dovranno mettersi d’accordo su quali saranno queste “alternative”, vale a dire le risorse da cui attingere per cambiare il quadro attuale. Considerando, in primo luogo, che la prossima Manovra partirà già da 25 miliardi di impegni. Al momento appaiono intanto confermati “gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021“.
Tria ha ribadito infine che “la legge di bilancio del prossimo anno continuerà il processo di riforma della flat tax. E di generare semplificazione nel sistema per alleviare il carico fiscale nei confronti del ceto medio“.
La smentita velenosa di Luigi Di Maio
“Finché il M5S sarà al governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, al contrario“, ha replicato il ministro del Lavoro Di Maio. “L’obiettivo è ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese. Serve la volontà politica. Noi ce l’abbiamo. Mi auguro che l’abbiano anche gli altri. Fermo restando che ci sono già soluzioni sul tavolo volte ad evitare un aumento“.
Crescita, per il ministro dell’Economia “il governo non ha peccato di ottimismo”
Per quel che riguarda la crescita, invece, Tria parla di “dati incoraggianti” per i primi due mesi. “La produzione ha invertito il trend negativo e ha segnato due incrementi rilevanti a gennaio e febbraio con l’indice destagionalizzato superiore dell’1,3% al livello medio del periodo precedente“. “Segnali positivi arrivano anche dall’indice del settore terziario. Tutti elementi che lasciano ritenere che la previsione di crescita per il 2019 sia equilibrata. La conferma in tal senso è arrivata ieri dall’Efficio parlamentare di bilancio che ha validato il quadro programmatico“. Uno scenario che, secondo il ministro, dimostrerebbe che il governo “non ha affatto peccato di eccessivo ottimismo come alcuni sostengono“.