MILANO – “E’ ritornata la fiducia dei mercati, i conti sono a posto”. A parlare dal palco del Meeting di Rimini, nel pieno della crisi di governo e con gli italiani che guardano con timore al possibile aumento dell’Iva dal prossimo anno, è un Giovanni Tria decisamente rassicurante, che addirittura evidenzia come in passato si siano fatte manovre anche più ingenti.
“Già nel corso dell’anno abbiamo riguadagnato spazi di manovra fiscale”, assicura il titolare dell’Economia e delle Finanze, spiegando come al ministero si stia lavorando – con il contributo dei viceministri di entrambe le parti politiche dell’ormai ex maggioranza – per individuare le spese correnti che possano essere ridotte per “da una parte non utilizzare l’aumento dell’Iva, almeno non pienamente, e dall’altra parte vedere in che modo si può ridurre la pressione fiscale“.
Proprio su quest’ultimo tema, Tria ha comunque voluto sottolineare come a suo parere la vera priorità resti quella di andare a tagliare quelle sui redditi, quindi Irpef e cuneo fiscale. A settembre, ha però ricordato, “si prendono decisioni politiche” per quanto riguarda la destinazione delle risorse. Decisioni che spetteranno a chi a quel punto avrà il pallino del governo in mano.
In una fase di rallentamento della crescita globale, il ministro ha poi dedicato una buona parte del proprio intervento al tema degli investimenti, in quanto driver principale della crescita.
“L’investimento pubblico deve portare ad aumentare il rendimento dell’investimento privato e portarlo con sé”, ha spiegato, osservando come il problema non sia quello della mancanza di liquidità, tanto a livello europeo quanto mondiale, quanto l’aumento dei rischi nel contesto della globalizzazione, che frena chi il denaro vorrebbe impiegarlo in modo produttivo.
La ricetta di Tria, in questo senso, prevede sia una modifica delle regole – in questo senso andava la proposta di questo inverno di tornare alla direttiva europea per quanto riguarda gli appalti pubblici – sia un recupero della capacità di progettazione della pubblica amministrazione, che “deve nuovamente essere capace di fare e non solo di far fare agli altri”.
Posto che da riformare è sicuramente la giustizia, nella direzione di una riduzione del rischio legale per chi investe. Un passaggio, infine, è stato dedicato all’Unione europea. E nello specifico all’importanza per l’Italia di continuare a partecipare alle decisioni prese a questo livello. Evidenziando le difficoltà che il processo di integrazione sta affrontando in questa frase, Tria ha infine riservato una stoccata ai Paesi del Nord Europa, definiti “nei fatti” più sovranisti di quelli del Mediterraneo.