NAPOLI – Cinquemila euro in cambio di un pacco di succhi di frutta. Sarebbe stato un colpo grosso quello portato a termine da due giovani dei Quartieri Spagnoli che avevano deciso di spostarsi in costiera, a Vico Equense, per portarlo a termine. Ma hanno fatto male i conti con l’intuito dei carabinieri. Il raggiro aveva seguito il copione di sempre. Un uomo aveva contattato un 82enne vicano spacciandosi per il nipote. Dopo alcune parole convenevoli, ha chiesto all’anziano il favore di accogliere il corriere che di lì a breve avrebbe bussato alla sua porta con un pacco di merce acquistata sul web. Poi la richiesta di pagargli il contrassegno, sostanzialmente di anticipargli il costo degli articoli acquistati. L’anziano è caduto nel tranello. Un uomo indebolito anche da una condizione fisica piuttosto delicata che lo costringe a servirsi continuativamente di ossigeno artificiale. La truffa era in atto. Intanto i carabinieri della stazione di Vico Equense, dipendenti dalla compagnia di Sorrento, presidiavano la zona ed hanno notato due persone in un’auto. Sono saltati all’occhio dei militari perché non avevano l’aria dei turisti né erano volti noti a Vico Equense. Di fatto hanno iniziato a seguirli. Si trattava di un uomo e una donna, Raffaele Caiafa di 27 anni e Antonietta Doriano di 23. I due hanno parcheggiato la loro auto (che è risultata a noleggio) e sono entrati all’interno di un condominio. I carabinieri che attendevano all’esterno, appostati lungo l’unica via di fuga, li hanno quindi notati uscire dallo stabile nel giro di pochi minuti ed hanno deciso di fermarli e sottoporli a un controllo. Dopo la perquisizione gli trovano addosso 5mila euro, così i militari hanno compreso cosa fosse accaduto. Per i due sono scattate le manette, mentre i carabinieri hanno rintracciano l’anziano raggirato al quale è stato restituito il denaro che aveva usato, in maniera inconsapevole, per pagare il pacco per conto di quello che al telefono si era spacciato per il nipote.
I militari hanno quindi aperto il pacco e si sono accorti che conteneva solo dei succhi di frutta. Per Caiafa e la Doriano sono stati disposti gli arresti domiciliari in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria. Il copione è sempre lo stesso e questo ha favorito i carabinieri della compagnia di Sorrento che da mesi stanno monitorando la penisola con servizi di controllo del territorio mirati a debellare quello che va ritenuto uno dei reati più abietti, quello della truffa ai danni di anziani. Ma c’è da soffermarsi sui profili degli arrestati. Sì, perché Raffaele Caiafa è lo zio di Luigi Caiafa, il 17enne rimasto ucciso per l’intervento della polizia lo scorso 4 ottobre attorno alle le 4 e 30 del mattino mentre insieme al complice 18enne, Ciro De Tommaso, figlio di Genny ‘a Carogna, collaboratore di giustizia, tentò una rapina ai danni di tre persone ferme in auto. La scena fu interamente ripresa dalle telecamere del sistema di videosorveglianza di un centro di revisione di pneumatici. Immagini che raccontarono come erano andate le cose. I minacciarono le vittime con una pistola, risultata poi finta, per rapinarle in tutto di cento euro (rispettivamente 45, 50 e 5 euro posseduti dai ragazzi), tre iPhone e un borsello contenente la carta d’identità e le chiavi della macchina di uno dei tre malcapitati. Trenta secondi dopo sul posto arrivò una Fiat 500 L bianca: all’interno c’erano i due poliziotti in borghese. La morte di Caiafa generò sgomento e reazioni a tratti scomposte da parte di familiari e conoscenti. Proprio per il 17enne fu allestito un murale con il suo volto che fu dipinto sul muro accanto alla porta dell’abitazione di famiglia. Anche quel murale generò polemiche e lo scorso febbraio fu coperto per ordine della Prefettura. Ma anche la ragazza vanta una parentela ‘eccellente’. Antonietta Doriano, malgrado nel cognome non abbia l’apostrofo, è la figlia di Luigi D’Oriano, un ex appartenente al clan Di Biasi dei Quartieri Spagnoli, noti anche come Faiano, che ebbe un breve trascorso come collaboratore di giustizia, per poi ritrattare. Deceduto per un male incurabile nel giugno del 2017.