CAPUA – Da piazza Giudici all’Ungheria, passando per Lodi, Villa Literno, Casal di Principe e Casapesenna: sono le tappe della presunta truffa da 198mila realizzata da Emanuele Corda. Ma l’indagine della fiamme gialle sul raggiro non si è fermata al 24enne di Santa Maria Capua Vetere: ha già coinvolto altre cinque persone (l’elenco potrebbe ampliarsi) e disposto perquisizioni in appartamenti e nella sede di un patronato dell’Agro aversano.
Al centro della vicenda c’è il bonifico eseguito dal comune di Capua sul conto-corrente di Corda. Da qui erano partiti 14 versamenti in favore di due conti ungheresi per un importo complessivo di 195mila e 151 euro. Quei movimenti, però, monitorati e ritenuti sospetti dalla polizia postale lo scorso marzo sono stati bloccati cautelativamente.
L’F24 ‘sbagliato’
Se il municipio aveva disposto il pagamento a Corda era perché il 15 novembre del 2018 aveva ricevuto una comunicazione, attraverso una pec, con la quale il 24enne sosteneva “di aver erroneamente effettuato” in favore dell’Ente, “mediante un F24, un pagamento per il tributo Tasi per 198mila e 31 euro”. Spiegato lo sbaglio, con quella mail il giovane chiedeva la restituzione del denaro, allegando la carta di identità e, scrive la guardia di finanza, “una quietanza di versamento dell’Agenzie delle Entrate” della somma erroneamente versata. Il Comune, il 3 dicembre dello stesso anno, inviò una raccomandata al Corda invitandolo a presentarsi in ufficio, ma la missiva non andò a buon fine: il destinatario risultò ‘sconosciuto’. Due giorni dopo, ricostruiscono gli investigatori, il ragazzo si fece sotto chiedendo il rimborso con un documento autografo. Verificato che il 24enne non aveva “posizione fiscale aperta” con l’Ente di piazza Giudici, il 7 febbraio fu disposto il pagamento. Approfondendo la vicenda, però, è emerso che la quietanza di versamento prodotta da Corda, stando all’esame dell’Agenzia delle Entrate, era inesistente. La traccia investigativa che sta seguendo la guardia di finanza della Compagnia di Capua è complessa: è possibile che dietro l’ipotizzata condotta illecita non ci sia l’azione solitaria di un giovane, ma un vero e proprio sistema.
Gli indagati
L’attività intercettiva disposta dalle fiamme gialle, coordinate dal pm Sergio Occhionero, ha fatto emergere numerosi contatti telefonici tra il sammaritano ed altre persone che, in diverse occasioni, si incontravano per parlare ‘de visu’. Dopo il sequestro del conto-corrente, Corda ha chiamato diverse volte Clemente De Luca, 43enne di Villa Literno. E il liternese a sua volta ha avuto 43 contatti con Angelo Bifulco, 38enne di Casal di Principe, legale rappresentante della Bifulco Costruzioni srl, 21 con Armando Sgalia, 37enne, proprietario della di una ditta edile con sede a Lodi ma attiva anche a Villa di Briano, e Danilo Merola, 31enne sammaritano, beneficiario di 8 bonifici in uscita dal conto di Corda sulle sue coordinate ungheresi. La base da dove sarebbero partite le richieste di rimborso al comune di Capua è stata individuata in un patronato Faspi di Casapesenna, gestito da Giuseppe Spierto.
Le perquisizioni
La sede del patronato e le abitazioni di De Luca, Sgalia e Bifulco nei giorni scorsi sono state sottoposte a perquisizione. I quattro, con Corda e Merola, secondo la procura di S. Maria, sono coinvolti nel raggiro. A loro il pm contesta a vario titolo i reati di truffa, auto-riciclaggio e falso ideologico.