Milano, 23 giu. (LaPresse/AFP) – Ultime ore di campagna elettorale in Turchia alla vigilia delle elezioni presidenziali e legislative anticipate, convocate a sorpresa ad aprile scorso dal presidente Recep Tayyip Erdogan un anno e mezzo prima rispetto alla data prevista inizialmente, che era il 3 novembre 2019. Lo stesso Erdogan, in corsa per la rielezione in un mandato con i poteri rafforzati, ha richiamato i suoi sostenitori a Istanbul, la più grande città del Paese: nonostante sia ampiamente favorito, per lui la corsa si annuncia più difficile di quanto aveva immaginato. Certi analisti ritengono che potrebbe non solo essere costretto ad andare al secondo turno delle presidenziali, ma anche perdere la maggioranza in Parlamento. Per questo nelle ultime settimane ha moltiplicato i suoi comizi nella città dove ad aprile scorso vinse a larga maggioranza il ‘no’ al referendum costituzionale da lui voluto e che gli consente maggiori poteri presidenziali. Il maggior sfidante è Muharrem Ince, del partito socialdemocratico Chp, che incarna le speranze dell’opposizione: anche lui ha chiuso la campagna elettorale con un unico grande evento a Istanbul a cui hanno preso parte centinaia di migliaia di persone, sulla scia dell’euforia dettata dalla grande partecipazione ai comizi a Izmir e Ankara negli ultimi giorni. Il candidato del partito popolare repubblicano, 54 anni, ha disegnato un ritratto oscuro della Turchia in caso di vittoria del presidente uscente, con una valuta debole, prezzi elevati e la questione irrisolta di oltre 3,5 milioni di rifugiati siriani. “Ma se vince Ince, (…) vincono 80 milioni di persone, vince la Turchia”, ha urlato dal palco esortando i sostenitori a restare vigili “per 36 ore” in modo da garantire che il conteggio delle schede elettorali e il voto procedano senza brogli. “Domani avremo una Turchia completamente diversa, domani le discriminazioni finiranno”, ha aggiunto, promettendo di rilanciare il processo di adesione all’Unione europea che si è impantanato sotto la presidenza di Erdogan, e abolire il Passolig, una carta d’identità indispensabile per partecipare alle partite di calcio, molto criticata dai tifosi.
la strategia
La sfida di Ince consiste nel trascinare Erdogan al secondo turno: al ballottaggio infatti il presidente uscente si ritroverebbe contro i voti di cinque diversi candidati (Meral Aksener del partito di destra nazionalista Iyi da lei fondato, Selahattin Demirtas del partito filocurdo Hdp nonostante sia in detenzione, Temel Karamollaoglu del ‘Partito della felicità’ Sp islamo-conservatore, e Dogu Perinçek del Partito patriottico ‘Vatan’) di estrazione diversissima ma uniti nell’opporsi all’uomo che da 16 anni incarna il potere in Turchia. Erdogan però non ha dubbi: “Domenica sera festeggeremo insieme”. A 64 anni, guida la Turchia dal 2003: prima lo ha fatto da primo ministro, poi dal 2014 come presidente. Se verrà rieletto domenica, per lui si tratterà di un doppio vantaggio: innanzitutto un mandato con i poteri rafforzati, dal momento che entrerà in vigore la nuova presidenza esecutiva approvata con il referendum costituzionale di aprile del 2017 da lui voluto; e in secondo luogo estenderà la sua permanenza al potere con un nuovo mandato di cinque anni. Sono 56,3 milioni i turchi chiamati alle urne in circa 181mila seggi: si voterà dalle 8 alle 17 ora locale (cioè dalle 7 alle 16 in Italia). È in base alla riforma costituzionale dell’anno scorso che politiche e presidenziali si tengono in un’unica tornata. Se nessuno dei sei candidati alla presidenza otterrà più del 50% dei voti si andrà al ballottaggio l’8 luglio. Quanto alle parlamentari, a seguito della riforma del 2017 i deputati passano da 550 a 600. Vengono eletti a turno unico con un sistema proporzionale. I partiti politici per la prima volta possono formare alleanze. La soglia di sbarramento per l’ingresso nel Parlamento monocamerale turco è del 10%.