Turchia al voto domenica: Erdogan vuole un mandato con poteri rafforzati

Domenica 24 giugno i turchi voteranno il loro presidente

La Turchia verso le elezioni anticipate del 24 giugno
Adem Altan/Foto LaPresse - Erdogan

ANKARA (LaPresse/AFP) – Turchia al voto domenica 24 giugno per le elezioni presidenziali e legislative anticipate, convocate a sorpresa ad aprile scorso dal presidente Recep Tayyip Erdogan un anno e mezzo prima rispetto alla data prevista inizialmente, che era il 3 novembre 2019. Erdogan, 64 anni, guida la Turchia dal 2003. Prima lo ha fatto da primo ministro, poi dal 2014 come presidente.

La Turchia vota domenica

Se verrà rieletto domenica, per lui si tratterà di un doppio vantaggio. Innanzitutto un mandato con i poteri rafforzati, dal momento che entrerà in vigore la nuova presidenza esecutiva approvata con il referendum costituzionale di aprile del 2017 da lui voluto; e in secondo luogo estenderà la sua permanenza al potere con un nuovo mandato di cinque anni.

Erdogan aspira a un mandato con poteri rafforzati

Erdogan sarebbe comunque il favorito, ma per lui la corsa si annuncia più difficile di quanto aveva immaginato. Certi analisti ritengono che potrebbe non solo essere costretto ad andare al secondo turno delle presidenziali, ma anche perdere la maggioranza in Parlamento. Sono 56,3 milioni i turchi chiamati alle urne in circa 181mila seggi: si voterà dalle 8 alle 17 ora locale (cioè dalle 7 alle 16 in Italia). È in base alla riforma costituzionale dell’anno scorso che politiche e presidenziali si tengono in un’unica tornata.

I possibili rivali di Erdogan

I candidati in corsa per la presidenza sono sei. Oltre a Erdogan, Muharrem Ince del Chp che è il principale sfidante. E poi Meral Aksener del partito di destra nazionalista Iyi da lei fondato. Ancora Selahattin Demirtas del partito filocurdo Hdp nonostante sia in detenzione e Temel Karamollaoglu del ‘Partito della felicità’ Sp islamo-conservatore. E Dogu Perinçek del Partito patriottico ‘Vatan’. Se nessuno di loro otterrà più del 50% dei voti si andrà al ballottaggio l’8 luglio.

Quanto alle parlamentari, a seguito della riforma del 2017 i deputati passano da 550 a 600. Vengono eletti a turno unico con un sistema proporzionale. I partiti politici per la prima volta possono formare alleanze. La soglia di sbarramento per l’ingresso nel Parlamento monocamerale turco è del 10%. Erdogan, in un’intervista radiofonica rilasciata mercoledì sera, ha ammesso che non esclude l’ipotesi di formare una coalizione se l’alleanza guidata dal suo partito Akp non dovesse ottenere la maggioranza assoluta.

Le previsioni

È atteso che il Partito giustizia e sviluppo (cioè appunto l’Akp di Erdogan) e il Partito del movimento nazionalista Mhp, uniti nella cosiddetta ‘Alleanza del popolo’, ottengano il maggior numero dei voti, ma secondo alcuni analisti potrebbero non riuscire a ottenere la maggioranza in Parlamento. Erdogan, tuttavia, non ha indicato con chi potrebbe formare una coalizione. La perdita della maggioranza sarebbe vista come un duro colpo: già una volta l’Akp ha perso la maggioranza assoluta, nelle legislative di giugno 2015; allora Erdogan chiarì che non intendeva stare in coalizione, convocò nuove elezioni per il novembre di quell’anno e rinconquistò la maggioranza.

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