Faccio parte della cooperativa “Camillo Golgi” che copre i territori di Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Casandrino, Sant’Antimo e abbiamo alcuni colleghi di Afragola e Cardito. Siamo settantacinque Medici di Medicina Generale e quattro pediatri. E’ stato un grosso vantaggio per noi l’essere associati e avere un gruppo WhatsApp di riferimento. Ciò ci ha permesso già a fine febbraio di essere a conoscenza di quanto stava accadendo in Cina e nelle nostre regioni del nord. Ad alcuni di noi arrivavano notizie dall’Italia settentrionale che ci inducevano a usare precauzioni. Abbiamo iniziato a utilizzare vari accorgimenti per evitare di essere infettati e diffondere a nostra volta l’infezione. Già alla fine della prima settimana di marzo utilizzavamo le normali mascherine chirurgiche e i guanti, abbiamo regolato l’accesso agli studi per evitare assembramenti. Purtroppo non si riusciva ad avere dall’Asl, né ad acquistare mascherine FFP 2 o 3 più adatte al nostro lavoro. Solo la settimana scorsa l’ASL è riuscita a fornire a ognuno di noi tre mascherine FFP2 e sette chirurgiche con visiera, ne abbiamo avute altre dalle nostre organizzazioni sindacali e ci apprestiamo ad acquistarne del tipo FFP2 per nostro conto.
Il programma gestionale che utilizziamo tutti ci ha permesso di mandare ricette per farmaci ed esami direttamente sulle mail dei nostri assistiti. Per chi era sprovvisto di mail, abbiamo provveduto con WhatsApp o, su richiesta degli assistiti, inviando direttamente le ricette sulle mail delle farmacie da loro indicateci, a ciò stimolati anche da una ordinanza del Sindaco di Frattamaggiore che ci invitava ad utilizzare questa metodica e metteva anche a disposizione dei cittadini, impossibilitati ad uscire di casa, un servizio di recapito a domicilio dei farmaci gestito dalla protezione civile.
Il comune di Frattamaggiore ci ha anche chiesto di segnalare famiglie che potevano aver bisogno di un aiuto alimentare, cosa che abbiamo fatto, conoscendo noi bene la situazione di queste famiglie.
La nostra ASL ha iniziato a organizzare i servizi di supporto all’epidemia in corso. Certo all’inizio abbiamo avuto varie difficoltà a colloquiare con questi servizi, perché le linee telefoniche erano spesso occupate o i cellulari irraggiungibili
Abbiamo avuto difficoltà a far intervenire il 118 quando ritenevamo opportuno per l’eccesso di chiamate che lo stesso riceveva.
. Non abbiamo potuto far eseguire subito tamponi per la mancanza degli stessi, né si è partiti subito con terapie che ora stanno dando risultati incoraggianti, perché all’inizio erano più ipotesi terapeutiche che certezze e spesso si trattava di terapie off label, cioè effettuate con farmaci che non hanno indicazioni per questa patologia e quindi contro legge.
Oggi c’è qualche farmaco che sembra stia dando risultati soddisfacenti e si è capito che bisogna partire già a domicilio con alcuni di questi. A tale proposito l’ASL ha organizzato dei kit che noi possiamo richiedere per i nostri pazienti positivi per farli utilizzare già a domicilio, comprendono farmaci come Plaquenil, Tachipirina e Azitromicina, pulsossimetro e mascherine.
Resta, però il problema che possiamo chiedere il Kit solo a diagnosi certa, cioè dopo tampone positivo, e questo richiede ancora tempi lunghi per l’effettuazione e per averne il risultato.
Abbiamo una scheda di triage fornitaci dall’Asl e validata dalle nostre società scientifiche che ci permette di sospettare la malattia già dai primi sintomi e di chiedere rapidamente l’effettuazione del tampone.
Nel caso di tampone positivo, continueremo a seguire i nostri assistiti telefonicamente e richiediamo all’Asl la consegna a domicilio del Kit. Per interventi a domicilio esistono delle speciali unità territoriali, attrezzate adeguatamente che interverranno su nostra segnalazione.
Abbiamo organizzato i nostri ambulatori in modo da evitare quanto più possibile l’accesso allo studio, eseguendo visite solo su appuntamento e cercando di essere facilmente raggiungibili telefonicamente, lo abbiamo fatto anche nel corso di queste festività.
Devo però dire che mi manca il contatto diretto con i miei assistiti.
Vincenzo Pezzullo
Medico di base