Una nuvola ‘schermo’ per il sole

© lapresse - Giordan Ambrico
© lapresse - Giordan Ambrico

NAPOLI – Uno schermo per proteggere la Terra dal sole. Si chiama SCoPEx (Stratospheric Controlled Perturbation Experiment, ovvero esperimento di perturbazione controllata stratosferica) ed è un test gestito dall’Università di Harvard, che mira a far progredire la ricerca degli aerosol stratosferici che potrebbero essere rilevanti per la geoingegneria solare. L’obiettivo di questa innovativa analisi è rendere la luce del Sole che raggiunge la Terra meno forte, in modo da mitigare gli effetti del surriscaldamento globale.

STORIA

Nel maggio del 2020 è nato il comitato consultivo SCoPEx nell’ambito del quale i membri si sono impegnati a lavorare con l’Università di Harvard per sviluppare ed implementare un quadro di governance credibile e solido per il progetto di ricerca. Il progetto mira alla possibilità che i governi o altri possano rivolgersi alla geoingegneria solare come opzione per mitigare il cambiamento climatico man mano che gli impatti diventeranno più gravi. Pochi giorni fa la Casa Bianca ha offerto un sostegno, seppur molto moderato, all’idea di studiare come impedire alla luce solare di colpire la superficie terrestre. Una strategia per limitare il riscaldamento globale, presentata in un rapporto mandato dal Congresso che potrebbe aiutare a portare gli sforzi, prima confinati alla fantascienza, al livello del legittimo dibattito.

COS’è scopex

SCoPEx utilizza una sorta di pallone ad alta quota che sale ad un’altezza di circa 20 chilometri nell’atmosfera. Una volta che si è posizionato, viene rilasciata una piccolissima quantità di materiale (da 100 grammi a 2 chilogrammi) per creare una massa d’aria perturbata ampia circa un chilometro e con un diametro di cento metri. Lo stesso pallone viene adoperato poi per misurare i cambiamenti risultanti nella massa d’aria perturbata, inclusi i cambiamenti nella densità dell’aerosol, la chimica atmosferica e la diffusione della luce.

FUNZIONAMENTO

Il sistema per mitigare il clima funziona alterando la composizione dell’atmosfera in maniera che questa sia più riflettente e riesca a rispedire indietro i raggi. Per semplificare, il meccanismo dà vita a delle nuvole artificiali che rendono la temperatura più fresca al suolo.

IL RAPPORTO USA

Il rapporto richiesto dal Congresso statunitense accompagna il disegno di legge sugli stanziamenti del 2022, ed è stato pubblicato la stessa settimana in cui i leader dell’Unione europea hanno aperto la porta alle discussioni internazionali sulla modifica della radiazione solare. 

L’Ue ha fatto sapere che sosterrà gli sforzi internazionali per valutare in modo completo i rischi e le incertezze degli interventi sul clima, compresa la modifica della radiazione solare, e promuoverà discussioni su un potenziale quadro internazionale per la sua governance, compresi gli aspetti relativi alla ricerca. Il documento richiesto dal governo americano fa di più e considera alcuni modi plausibili per limitare la quantità di luce solare che colpisce la Terra, ognuno dei quali potrebbe avere svantaggi significativi. Tra questi c’è il meccanismo che è alla base di SCoPEx.

SCETTICISMO

Il concetto alla base dell’esperimento, che va a modificare la radiazione solare è una risposta potenzialmente efficace per combattere il cambiamento climatico, tuttavia alcuni scienziati ritengono che  potrebbe avere effetti collaterali negativi sconosciuti derivanti dall’alterazione della composizione chimica dell’atmosfera. L’amministrazione Biden si è detta aperta ad approfondire lo studio della possibilità che l’alterazione della luce solare possa raffreddare rapidamente il pianeta. Ma ha aggiunto un certo scetticismo osservando di non segnalare alcuna nuova decisione politica relativa al processo. Gli occhi dei leader del mondo guardano agli studi futuri, che potrebbero significare una svolta per clima globale e per la nostra vita sulla Terra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome