Uccise il padre violento, il pg: 6 anni ad Alex Pompa

Alex Pompa

Il 30 aprile 2018, la vita di Alex Pompa, giovane residente a Collegno, provincia di Torino, prese una svolta tragica quando, nel corso di una lite familiare, uccise suo padre a coltellate. Un gesto estremo, affermato come atto di legittima difesa per proteggere la madre da anni di violenze domestiche. Questo caso ha tenuto il pubblico con il fiato sospeso, con il proseguimento del processo che ora vede nuovi sviluppi. Il procuratore generale Alessandro Aghemo ha presentato una richiesta di condanna per Alex Pompa davanti alla Corte d’Assise d’Appello, proponendo una pena di sei anni, due mesi e venti giorni di reclusione. Una decisione che rappresenta una significativa riduzione rispetto alla richiesta originale di 14 anni avanzata durante il primo grado del processo.

Il processo ha ripreso vigore dopo una pronuncia della Corte Costituzionale che ha permesso l’applicazione della prevalenza di alcune attenuanti rispetto alle aggravanti. Tale decisione sembra riflettere un riconoscimento delle circostanze particolari che circondano il caso di Alex Pompa, mettendo in evidenza la complessità delle dinamiche familiari e degli abusi subiti.

Inizialmente, in primo grado, Alex Pompa era stato assolto sulla base della legittima difesa. La decisione del pg di ridurre la richiesta di condanna potrebbe suggerire una maggiore attenzione alle sfumature della situazione e una comprensione più approfondita delle motivazioni che hanno portato a questo tragico evento.

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