ROMA – Joe Biden si presenta in Polonia per ribadire che “la democrazia deve prevalere e l’autocrazia fallire”. Il presidente americano alla base di Rzeszow ringrazia più volte i soldati, si concede un pezzo di pizza con loro e si dice “dispiaciuto” di non poter andare in prima persona in Ucraina. Intanto, secondo il Wall Street Journal, gli americani sarebbero pronti a cambiare la loro posizione sul nucleare passando a un principio di deterrenza non solo per attacchi con armi nucleari ma anche convenzionali.
Un cambio di marcia dovuto, anche, alla dichiarazioni dei giorni scorsi del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che era tornato ad agitarne lo spettro. Dalla Russia arrivano pure accuse personali al figlio di Joe Biden per uno suo presunto ruolo nel finanziamento di laboratori per la realizzazione di armi biologiche in Ucraina. Sul campo nel frattempo la Russia continua a giocare più partite. A dire di Mosca “l’operazione militare speciale” prosegue “secondo i piani” ma le voci che giungono dal fronte sembrano raccontare una realtà diversa. Secondo il Guardian, che cita fonti di intelligence occidentali, un soldato russo avrebbe addirittura investito volontariamente il comandante della 37esima brigata fucilieri motorizzati come atto di protesta per i tanti commilitoni morti.
Le stesse fonti precisano che il graduato sarebbe morto per le ferite riportate. La Russia – a quanto fatto filtrare da fonti militari ucraine – avrebbe detto ai suoi soldati che la guerra “deve” finire entro il 9 maggio. In quella data infatti a Mosca si celebra con una grande parata il ‘Giorno della Vittoria’ nella seconda guerra mondiale. Per il ministero della Difesa russo ora l’obiettivo primario è quello della “liberazione” del Donbass dove al momento – secondo i dati forniti da Mosca – i separatisti controllano il 93% della regione di Lugansk e il 54% di quella di Donetsk.
I bombardamenti però non si fermano su tutto il territorio ucraino. Le autorità di Kharkiv hanno denunciato che le forze armate russe hanno colpito il Policlinico della città uccidendo quattro civili e un attacco missilistico è stato lanciato contro il centro di comando dell’aeronautica militare di Kiev. Potrebbero infine essere drammatico il bilancio finale del bombardamento sul teatro di Mariupol lo scorso 16 marzo. Secondo il governatore della città Ucraina i morti sarebbero “circa 300”.
Sul fronte diplomatico infine non si registrano progressi, anzi lo scambio di accuse è reciproco. “I negoziati sono andati avanti tutta la settimana in video conferenza e proseguiranno domani ma sui principali nodi politici non ci sono progressi”, ha spiegato il capo negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky. L’accusa a Kiev è quella di “voler trascinare” le trattative perché gli ucraini sarebbero convinti “che il tempo stia lavorando per loro”. Che il negoziato sia “molto difficile” lo ha confermato anche il ministro degli esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, specificando che l’Ucraina “non rinuncia alla sue richieste” in primis su “cessate il fuoco, garanzie di sicurezza e integrità territoriale”.(LaPresse)