Ucraina: Nato promette armi e generatori. Kiev torna al buio

In foto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba AP Photo/Petr David Josek

Mentre l’Ucraina è alle prese con difficoltà della rete elettrica, i ministri degli Esteri della Nato riuniti a Bucarest hanno promesso aiuti urgenti che includono carburante e generatori per “affrontare le conseguenze degli attacchi della Russia contro le centrali elettriche”. “La Russia usa l’inverno come arma di guerra”, è stato l’avvertimento di Jens Stoltenberg, segretario generale dell’Alleanza, che ha garantito che l’appoggio a Kiev andrà avanti finché sarà necessario. La ministeriale di Bucarest ha anche ribadito il sostegno alle aspirazioni di Kiev di entrare nella Nato, “tuttavia il nostro obiettivo ora è fornire un sostegno immediato mentre l’Ucraina si difende dall’aggressione russa”, ha precisato Stoltenberg.

Nella capitale ucraina, per la prima volta dal 23 novembre, sono tornate le interruzioni di corrente di emergenza: “Si sta facendo tutto il possibile per fornire luce a ciascun utente per 2-3 ore due volte al giorno”, ha fatto sapere l’operatore locale Dtek. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, parlando a fianco di Stoltenberg, ha chiesto l’invio di Patriots e generatori: “Sono ciò di cui l’Ucraina ha più bisogno”, ha detto chiedendo che arrivino presto. Se la Nato fornisse Patriot a Kiev “diventerebbero immediatamente un obiettivo legittimo delle nostre forze armate”, è stata la replica a stretto giro dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.

Fra i nuovi aiuti promessi dai Paesi Nato, ci sono 53 milioni di dollari annunciati dagli Stati Uniti per sostenere l’acquisto di attrezzature critiche per la rete elettrica. E l’Italia, per bocca del ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha riferito di avere offerto a Kiev una collaborazione della protezione civile: “L’Italia ha già fatto molto, soprattutto per tutelare la rete infrastrutturale, elettrica, e non solo in Ucraina. Abbiamo già inviato 5 gruppi elettrogeni, abbiamo inviato circa 51 tonnellate di materiale elettrico di varia natura e 400 commutatori automatici, tutto materiale che serve a tenere in vita la rete che trasporta l’elettricità in Ucraina. In più abbiamo offerto la disponibilità della nostra Protezione civile, che è forse una delle migliori al mondo”, ha detto il titolare della Farnesina.

Intanto Mosca, per bocca del suo ambasciatore in Vaticano Alexander Avdeev, ha protestato contro le dichiarazioni di Papa Francesco al magazine ‘America’ in cui accusava di crudeltà ceceni e buriati: “Ho espresso al servizio diplomatico vaticano indignazione per le strane dichiarazioni attribuite a Papa Francesco nella sua intervista”, ha detto il diplomatico alla Tass, aggiungendo che “l’unità del popolo russo multinazionale è incrollabile e nessuno potrà metterla in discussione”. Mosca ha anche fatto sapere che le relazioni fra Russia e Stati Uniti sono in una “situazione estremamente negativa”: l’affermazione è stata fatta per motivare la decisione della Russia di rinviare i colloqui con gli Usa sul trattato Start, che si sarebbero dovuti tenere al Cairo dal 29 novembre al 6 dicembre.

Una decisione che Mosca stessa ha definito “politica”, con il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov che ha dichiarato che “gli americani non vogliono percepire i nostri segnali” e ha aggiunto che la situazione in Ucraina ha contribuito alla decisione di Mosca. Dalla Russia è arrivato inoltre un avvertimento a Washington: la sua “linea di coinvolgimento sempre più profondo” nel conflitto, è il messaggio di Ryabkov, comporta rischi di conseguenze. Dalla Marina ucraina nel frattempo ha avvertito: navi da guerra russe con un arsenale totale di 84 missili da crociera di tipo Kalibr rimangono pronte al combattimento nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo; in particolare, 12 navi si troverebbero nel Mar Nero e 9 nel Mediterraneo.(LaPresse)

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