Ucraina: Nato, Putin sta fallendo, servono più armi a Kiev, Ue lancia missione

Nella foto: il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg AP Photo/Olivier Matthys

Di fronte all’escalation russa la Nato non vuole restare a guardare. Oltre alla condanna degli attacchi contro i civili, al momento l’unica risposta concreta che è in grado di dare è fornire più armi a Kiev e di maggiore intensità. Domani si riuniranno nel quartier generale della Nato i ministri della Difesa dei 30 alleati e il gruppo di contatto per l’Ucraina guidato dagli Usa per coordinare i contributi dei singoli Stati.

Il Segretario generale elogia gli ultimi impegni da parte di Germania e Stati Uniti di fornire sistemi di difesa aerea più avanzati. “Sistemi che stanno facendo la differenza perché molti dei missili in arrivo sono stati effettivamente abbattuti dai sistemi di difesa aerea ucraini forniti dagli alleati della Nato”, ricorda. Finora, è il ragionamento di Stoltenberg, abbiamo fornito le armi a Kiev attingendo dalle scorte ma ora è il momento di aumentare la produzione di armi e produzioni o i paesi Nato rischiano di veder diminuire la propria deterrenza.

Non solo: anche lo European Peace facility, lo strumento con cui l’Ue rimborsa parte delle consegne di armi effettuate dagli Stati membri, si sta esaurendo. Finora sono già stati stanziati 2,5 miliardi per l’invio di materiale bellico a Kiev e ieri l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha trasmesso agli Stati membri una nuova proposta per aggiungere una nuova tranche di 500 milioni. Di fatto il fondo, che dovrebbe servire per tutte le missioni Ue nel mondo e durare altri cinque anni, si ritrova svuotato e andrebbe ricostituito con un intervento non facile sul bilancio europeo.

Dal 24 febbraio tutto il quadro della difesa europea è cambiato. “Ci stiamo muovendo verso uno scenario diverso, in cui dobbiamo rafforzare la nostra deterrenza per prevenire conflitti ‘peer to peer’ ad alta intensità”, per dirla con Alessandro Profumo, presidente dell’Associazione europea delle industrie aerospaziali e della difesa, intervenuto alla seconda Conferenza Europea sulla Difesa e Sicurezza a Bruxelles. Per questo anche l’industria “dovrà rendere i suoi prodotti più prontamente disponibili, e dovrà rifornirli e sostituirli a un ritmo più rapido”.

Anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, è tornata a caldeggiare il fronte del massimo sostegno all’esercito ucraino. “In questa nuova e più pericolosa fase della guerra, hanno bisogno di armature pesanti e sistemi di difesa che consentano loro di sopravvivere all’assalto”, ha rimarcato. Mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, non ha annunciato nuove sanzioni – ormai le opzioni si stanno esaurendo – ma ha promesso che verranno rafforzate le misure contro Mosca.

L’Ue per ora accelera sulla missione di addestramento ai soldati ucraini, annunciata settimane fa. Lunedì il Consiglio Esteri Ue darà luce verde alla nuova missione, che sarà dispiegata su suolo europeo e che coinvolgerà 15mila ucraini con esercitazioni che avverranno durante l’inverno. La prossima settimana, invece, la Nato condurrà un’esercitazione, prevista da tempo, contro la minaccia nucleare. Spettro che aleggia sempre sul conflitto ma che al momento sembra non destare allarmi concreti al Quartier generale della Nato.

“La Russia sa che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta. Stiamo monitorando da vicino le forze nucleari russe – ha affermato Stoltenberg -. Non stiamo vedendo alcun cambiamento nella postura della Russia, ma rimaniamo vigili”. Il Segretario generale non ha escluso di convocare un vertice dei leader Nato – sarebbe il quarto in un anno – se le circostanze lo richiederanno, ma su una cosa è sicuro: questa guerra deve essere vinta dall’Ucraina.

“Il presidente Putin sta fallendo in Ucraina – ha sottolineato -. Le sue tentate annessioni, la mobilitazione parziale e la sconsiderata retorica nucleare rappresentano l’escalation più significativa dall’inizio della guerra e mostrano che questa guerra non sta andando come previsto”.(LaPresse)

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