Un qualsiasi uso, anche minimo, di armi nucleari da parte di Mosca avrebbe serie conseguenze e cambierebbe del tutto la natura del conflitto. A ribadirlo è il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, al termine della riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza atlantica a Bruxelles. “Le circostanze in cui la Nato potrebbe dover usare armi nucleari sono estremamente remote”, si è però affrettato a precisare l’ex premier norvegese, perché l’obiettivo della Nato è quello di “preservare la pace”.
La minaccia nucleare che ogni tanto viene sbandierata da Mosca non è all’ordine del giorno, anche se Putin ha abituato all’imprevedibilità. Nessun movimento di testate è stato registrato finora ma l’Alleanza atlantica si dice preparata, tanto che oggi si è riunito il gruppo di pianificazione nucleare e la prossima settimana si svolgeranno esercitazioni di routine nelle basi di Ghedi nel bresciano e nella base di Aviano, nella provincia di Pordenone.
Anche l’Ue annuncia che un attacco nucleare “cambierebbe del tutto le regole del gioco” e che, assieme agli Stati membri, si sta preparando “a ogni possibile contingenza”. Senza filtri l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, ha fatto sapere che Putin non può permettersi di bluffare e che nemmeno il fronte occidentale sta bluffando. “Ogni attacco nucleare contro l’Ucraina creerà una risposta, non una risposta nucleare ma una risposta così potente sul lato militare che l’esercito russo sarà annientato”, ha scandito parlando a un evento del Collegio d’Europa, assieme al suo predecessore Federica Mogherini.
Di fronte all’escalation di Putin la strategia della Nato non cambia. Anzi, l’Alleanza atlantica rafforzerà il suo supporto a Kiev con l’invio di più sistemi di difesa aerea. Dopo la Germania, anche la Spagna ha annunciato di voler inviare quattro complessi lanciatori per la difesa aerea. Verranno anche forniti disturbatori per “rendere inefficaci i droni di fabbricazione russa e iraniana”, oltre a un pacchetto di assistenza che comprende carburante, abbigliamento invernale e forniture mediche.
Sul fronte interno rimane critico il tema delle scorte di munizioni e armi, prosciugate dall’invio dei materiali a Kiev. Nel quartier generale della Nato, i 30 ministri della Difesa si sono impegnati ad aumentarle per mantenere una deterrenza credibile. Ma gli Stati Uniti esortano a fare di più. “Vorremmo incoraggiare i paesi a superare quel 2% (del Pil per la spesa nella difesa, ndr) perché dovremo investire di più nell’espansione delle basi industriali e assicurarci di sostituire ciò che forniamo all’Ucraina”, è stato l’appello del segretario alla Difesa Usa Lloyd J. Austin III.
Dopo gli attacchi ai gasdotti Nord Stream e gli attacchi informatici all’Albania, gli alleati non vogliono farsi trovare di nuovo vulnerabili e hanno deciso di aumentare la protezione dell’infrastruttura critica, “con maggiore presenza, resilienza e condivisione dell’intelligence”. Un gruppo di 14 alleati europei, più la Finlandia, che attende ancora due ratifiche per diventare membro Nato, hanno sottoscritto una lettera di intenti per lo sviluppo di un sistema di difesa aerea congiunto. Una sorta di alleanza per realizzare uno scudo aereo attraverso l’acquisizione comune di apparecchiature di difesa aerea e missili che sarà guidata dalla Germania. L’Italia non è coinvolta, trattandosi principalmente di paesi del Nord Europa.(LaPresse)