Mps: al via l’aumento di capitale da 2,5 mld, titolo crolla del 33,1%

Foto Bianchi / Lo Debole / LaPresse

Ai blocchi di partenza l’aumento di capitale da 2,5 miliardi per Mps. Il via alla operazione sarà lunedì con Garanzie delle banche e di Algebris e dello Stato. Un aumento ‘interamente garantito’: sono stati sottoscritti contratti di garanzia per 857 milioni di euro, di cui euro 807 milioni con un consorzio di banche e 50 milioni con Algebris.

Dallo Stato una iniezione di 1,606 miliardi di euro per una operazione che si concluderà il 3 novembre. Il Monte dei Paschi vede il traguardo nella caccia agli investitori, e dopo settimane arriva il semaforo verde all’aumento deliberato dall’assemblea lo scorso 15 settembre. Il Consiglio di amministrazione della banca senese mercoledì ha determinato anche le condizioni della ricapitalizzazione. Il prezzo di sottoscrizione è pari a 2 euro per ogni nuova azione, nel rapporto di 374 nuove azioni ogni tre Mps possedute.

Un prezzo – è la precisazione di Rocca Salimbeni- che incorpora “uno sconto pari al 7,79% rispetto al prezzo teorico ex diritto delle azioni” di Banca Monte dei Paschi di Siena. Le nuove azioni saranno ammesse alla quotazione e negoziate su Euronext Milan. Con il Mef che si impegna a sottoscrivere nuove azioni in proporzione alla propria quota di partecipazione in Montepaschi, pari al 64,23% del valore complessivo del maxi-aumento, cioè 1,6 miliardi.

In un percorso non in discesa per le otto banche del consorzio, nelle ultime settimane, sono stati sottoscritti contratti di garanzia per un importo massimo di 857 milioni di euro. In particolare, BofA Securities Europe, Citigroup Global Market Limited, Credit Suisse Bank e Mediobanca – Banca di credito finanziario in qualità di joint global coordinator e Banco Santander, Barclays Bank Ireland, Société Générale e Stifel Europe Bank in qualità joint bookrunner si sono impegnati a sottoscrivere nuove azioni per 807 milioni di euro.

Algebris invece partecipa con una quota totale pari a 50 milioni di euro. Infine, fanno sapere da Mps, la banca “ha ricevuto impegni di sottoscrizione da parte di terzi investitori” per 37 milioni di euro. E alcuni investitori “hanno assunto nei confronti dei garanti impegni relativi alla sottoscrizione di nuove azioni per un importo complessivo massimo per oltre il 50% della quota riservata agli azionisti diversi dal Mef”.

C’era stato in questi giorni qualche colpo di freno da parte di alcune delle banche di seconda linea, i joint bookrunners, che chiedevano di vedere con chiarezza gli impegni vincolanti degli investitori privati raccolti dal management in via informale o in maniera non vincolante. Un dossier spinoso quello di Mps. Negli ultimi 14 anni, con la vicenda Antonveneta, il crac di Lehman Brothers, la crisi i Btp e spread, la regolamentazione dell’Ue e il tema dei crediti deteriorati, Mps ha bruciato 22 miliardi di euro, di cui 4,8 dello Stato.

L’inizio dell’operazione ora è subordinato al via libera della Consob. Intanto l’approvazione dei risultati relativi al terzo trimestre da parte del board slitta dal 3 al 10 novembre. Un posticipo, precisa Mps, necessario “per consentire il recepimento degli effetti derivanti dall’esodo volontario dei dipendenti della banca (parte del Piano industriale 2022-2026) in relazione all’esito dell’operazione di aumento di capitale”. Un esito che però Piazza Affari non pare avere gradito. Il titolo ha terminato gli scambi con un crollo del 33,1% a 17,1 euro.

Questa la reazione del mercato di fronte a un’ operazione definita come ‘fortemente diluitiva”, che abbatterà la quota di partecipazione al capitale di chi non sottoscrive l’aumento. E così sono arrivate le vendite sul titolo. Giornata positiva invece per le obbligazioni: i bond subordinati hanno avuto rialzi. Dalla copertura dell’aumento scongiurato il rischio di un coinvolgimento dei subordinati in un eventuale salvataggio della banca di Siena.(AWE/LaPresse)

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