CITTA’ DEL VATICANO – Papa Francesco non si arrende e in nome del “dialogo interreligioso” a lui tanto caro ha deciso di scrivere al patriarca Kirill affinché lo Spirito Santo possa “trasformare i nostri cuori e renderci veri operatori di pace” specialmente “per l’Ucraina dilaniata dalla guerra”.
Come ribadito nei giorni scorsi, “il Vaticano non riposa mai” negli “sforzi diplomatici” con la Russia. Così, in occasione della Pasqua ortodossa, celebrata lo scorso 24 aprile, Papa Francesco ha scritto ai patriarchi delle Chiese orientali per gli auguri. Tra loro, appunto, anche Kirill al quale il Santo Padre ha rivelato il suo auspicio che “il grande passaggio pasquale dalla morte alla nuova vita in Cristo diventi una realtà per il popolo ucraino”.
Nella lettera, il Pontefice ha ribadito che in questo tempo “sentiamo tutto il peso della sofferenza della nostra famiglia umana, schiacciata dalla violenza, dalla guerra e da tante ingiustizie”. Eppure, nonostante la situazione, “guarderemo ancora con cuore grato che il Signore ha preso su di Sé tutto il male e tutto il dolore del nostro mondo”.
Nei giorni scorsi, Papa Francesco ha dichiarato che i rapporti con il patriarca di Mosca sono “molto buoni” e si è detto rammaricato del fatto che l’incontro previsto con Kirill a giugno, a Gerusalemme, al momento è stato “sospeso” per evitare che portasse “molta confusione”. In dubbio anche l’opportunità di un suo viaggio a Kiev.
Bergoglio e Kirill si sono visti di persona una sola volta, nel 2016, a Cuba, in una sala dell’aeroporto internazionale a L’Avana: qui, in una dichiarazione comune, avevano sottolineato si essersi ritrovati “come fratelli nella fede cristiana che si incontrano per ‘parlare a viva voce’, da cuore a cuore”. Uno spirito di fratellanza che, oggi, potrebbe essere determinante per arrivare a “una nuova alba che porrà fine all’oscurità della guerra”.
di Giusi Brega