Ucraina, Putin: “Tensione causata dall’Occidente, se minacciati agiremo”

La Russia non esclude una risposta militare, se si sentirà minacciata dalla Nato nel contesto delle "tensioni che crescono in Europa" a causa dell'Occidente.

Russian President Vladimir Putin speaks during a joint news conference with German Chancellor Angela Merkel following their talks in the Kremlin in Moscow, Russia, Friday, Aug. 20, 2021. The talks between Merkel and Putin are expected to focus on Afghanistan, the Ukrainian crisis and the situation in Belarus among other issues. (AP Photo/Alexander Zemlianichenko, Pool)

MILANO – La Russia non esclude una risposta militare, se si sentirà minacciata dalla Nato nel contesto delle “tensioni che crescono in Europa” a causa dell’Occidente. Ad affermarlo è il presidente russo Vladimir Putin, mentre non si vede per ora una de-escalation nella tensione legata all’Ucraina e a una sua potenziale invasione russa. Putin, a una riunione del ministero della Difesa, ha chiesto agli Usa e ai loro alleati la garanzia che non si espanderanno verso ovest. Parole che arrivano pochi giorni dopo che Mosca, in una bozza sulla sicurezza, ha chiesto che la Nato neghi l’adesione all’Ucraina e ad altri Paesi ex sovietici, e annulli i dispiegamenti militari nell’Europa centrale e orientale.

La più recente causa di tensione è stata l’arrivo in massa di militari russi vicino al confine ucraino, che ha alimentato i timori di una eventuale invasione. Mosca ha negato di averne l’intenzione, ma ha parallelamente chiesto garanzie legali alla Nato. Tornando sull’argomento, Putin ha alluso a sistemi missilistici di Usa e Nato che, se stanziati in Ucraina, avrebbero bisogno appena di pochi minuti per raggiungere Mosca: “Per noi è la minaccia più grave”, il Cremlino vuole “garanzie legali vincolanti e di lungo periodo” dall’Occidente, non soltanto “rassicurazioni verbali” inaffidabili.

Putin ha anche puntato il dito contro l’Occidente: “Le tensioni che crescono in Europa sono colpa sua”, “la Russia è stata costretta a rispondere un passo dopo l’altro e la situazione continua a peggiorare”. Nodi cruciali di quelle tensioni sono state l’annessione della Crimea da parte di Mosca nel 2014, l’appoggio dell’insorgenza separatista nel territorio dell’est ucraino e di recente, appunto, l’accumulo di decine di migliaia di soldati al confine ucraino. Gli Usa, ha aggiunto Putin, “dovrebbero capire che non abbiamo luoghi dove ritirarci”, “quel che stanno tentando di fare in territorio ucraino” accade “sulla soglia di casa nostra”.

“Lo spargimento di sangue non è la nostra scelta, non vogliamo questi sviluppi, vogliamo risolvere le questioni con mezzi politici e diplomatici”, ha aggiunto Putin. E sulla questione è intervenuto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, confermando che “nonostante le richieste internazionali di trasparenza e riduzione dell’escalation, l’accumulo” di truppe russe “continua”. Ha aggiunto: “La Nato risponderà sempre in modo determinato a qualsiasi minaccia alla nostra sicurezza, anche con il rafforzamento della nostra posizione di difesa collettiva, se necessario”. Ha poi annunciato l’intenzione di “convocare una nuova riunione del Consiglio Nato-Russia non appena possibile nel nuovo anno”, tornando a parlare di dialogo: “Deve essere basato sui principi fondamentali della sicurezza europea e affrontare le preoccupazioni della Nato sulle azioni della Russia. Deve inoltre avvenire in consultazione con i partner europei della Nato, inclusa l’Ucraina”.

LaPresse

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