BRUXELLES – “Senza l’Unione europea saremmo soli. Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell’Ucraina verso l’Europa venga incoraggiata”. E’ un appello accorato quello di Volodymyr Zelensky nel suo intervento in videoconferenza alla plenaria straordinaria del Parlamento europeo a Bruxelles.
Il presidente ucraino, in t-shirt verde militare, ha parlato da un luogo anonimo rivolgendosi a un’aula gremita e animata da cartelli e colori della bandiera ucraina in segno di solidarietà. “Vogliamo essere membri effettivi dell’Ue. Dimostrateci che siete con l’Ucraina, che non ci lascerete soli e che siete veramente europei”, ha detto. Una fortissima solidarietà e unità è stata espressa da tutte le istituzioni europee, al gran completo, ma la strada per l’adesione di Kiev all’Ue sembra ancora lunga.
La risoluzione dell’Eurocamera che “chiede alle istituzioni dell’Ue di adoperarsi per concedere all’Ucraina lo status di candidato all’Ue” è stata approvata con una maggioranza schiacciante. Solo 13 i contrari su 637. Ma non sembrano esserci scorciatoie per un processo che nella norma richiede diversi anni solo per arrivare dalla domanda di adesione allo status di candidato.
“Oggi l’Ue e l’Ucraina sono già più vicine che mai”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ma sul percorso di integrazione all’Ue dell’Ucraina “c’è ancora una lunga strada da percorrere”. Ora “dobbiamo porre fine a questa guerra. E dovremmo parlare dei prossimi passi”, ha aggiunto. “Ma sono sicura che nessuno in questo emiciclo può dubitare che un popolo che difende così coraggiosamente i nostri valori europei appartenga alla nostra famiglia europea”, ha rimarcato.
Sulla domanda di adesione è la stessa Commissione a dover emettere un parere, mentre lo status di Paese candidato viene concesso dal Consiglio dell’Ue, con decisione unanime di tutti gli Stati. Non a caso il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha ricordato che “ci sono punti di vista diversi che talvolta hanno sfumature su questa questione” ma ha esortato l’Ue a “essere all’altezza” di questa aspirazione ucraina.
Ora c’è un conflitto da fermare e un ordine internazionale da difendere perché “questo è uno scontro tra lo stato di diritto e lo stato dell’arma; tra democrazie e autocrazie; tra un ordine basato su regole e un mondo di nuda aggressione”, ha rimarcato von der Leyen, ammonendo: “Il modo in cui risponderemo oggi a ciò che la Russia sta facendo determinerà il futuro del sistema internazionale”.
Quello che stiamo vivendo è “un atto di nascita di una nuova Europa geopolitica”, ha evidenziato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. Un’Europa dove, con l’invio di armi per un valore di 450 milioni di euro, è caduto un altro tabù, oltre ai pacchetti di sanzioni senza precedenti imposti a Mosca. Un’Europa che ora deve pensare sul serio a essere una potenza con una capacità strategica e che si appresta a varare una prima forza di intervento rapido con la Bussola Strategica che verrà approvata in questo mese.
Di fronte alla sede dell’Eurocamera una piazza gremita, tanti i giovani ucraini in lacrime. Le istituzioni, i giornalisti e la politica si sono fermati per un attimo, nella solennità dell’inno ucraino e poi di quello europeo. “Troverete l’Ue accanto a voi, vi aiuteremo”, ha detto la presidente Metsola, “faremo tutto quello che serve per costringere gli aggressori a rispondere delle loro azioni. Perché l’era dei dittatori e degli autocrati è finita”. Intanto le bombe continuano a cadere e l’Ue sta preparando il quarto pacchetto di sanzioni.(LaPresse)