UE: il pacchetto Omnibus V indebolisce le tutele

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Tutele a rischio
Tutele a rischio

La Commissione Europea ha presentato il nuovo pacchetto “Omnibus V”, un’iniziativa che, pur nascendo come misura di semplificazione, rischia di smantellare le normative ambientali dell’Unione. Scienziati, associazioni e società civile hanno lanciato l’allarme, denunciando un attacco a decenni di tutele per aria, acqua e biodiversità.

Secondo gli osservatori, il pacchetto segna un cambio di paradigma in cui la competitività a breve termine delle imprese prevale sulla protezione della natura e della salute pubblica. L’Omnibus V non è un caso isolato, ma si inserisce in una tendenza che ha già visto l’indebolimento di altre leggi chiave, come quelle sulla deforestazione e sulle sostanze chimiche.

Uno degli aspetti più critici riguarda la biodiversità. Il lancio di uno “stress test” sulle direttive Uccelli e Habitat, pilastri della conservazione in Europa, è stato giudicato estremamente controverso. Come ha sottolineato Claudio Celada di Lipu-BirdLife Italia, indebolire queste norme significherebbe cancellare decenni di progressi ed esporre gli ecosistemi a rischi crescenti.

Le conseguenze si estenderebbero direttamente alla salute dei cittadini. Norme meno severe sulle emissioni industriali e sulla qualità delle acque aumenterebbero l’esposizione a inquinanti, con effetti documentati su malattie respiratorie e oncologiche. La proposta di eliminare la banca dati SCIP, che traccia le sostanze tossiche nei prodotti, ridurrebbe inoltre la trasparenza per i consumatori.

Sul piano economico, la logica della deregolamentazione non regge. Le stesse stime della Commissione hanno calcolato che la mancata applicazione delle leggi ambientali costa già circa 180 miliardi di euro all’anno in danni sanitari e ambientali, una cifra superiore ai presunti risparmi per le aziende.

Anche sul piano democratico, il processo solleva forti dubbi. Oltre 200.000 cittadini avevano partecipato alle consultazioni pubbliche chiedendo un rafforzamento, e non un indebolimento, della legislazione. Queste richieste, supportate dalla comunità scientifica, sono state ignorate.

L’argomento principale a favore del pacchetto, ovvero l’accelerazione delle energie rinnovabili, è stato definito fuorviante. Esperti avvertono che una deregolamentazione selvaggia, anziché velocizzare, potrebbe creare incertezza giuridica, conflitti con le comunità locali e ritardi nei progetti.

L’Unione Europea si trova di fronte a una scelta: rimanere un modello globale di protezione ambientale o diventare un’area deregolamentata al servizio di interessi industriali a breve termine. Associazioni e scienziati chiedono ora al Parlamento europeo e agli Stati membri di respingere il pacchetto, ricordando che la tutela della natura è la base per un futuro prospero e sicuro.

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