Ue, nuove norme a difesa dei mari: stop a plastica monouso

Milano, 28 mag. (LaPresse) –

Cotton fioc, posate e cannucce, palloncini, contenitori per il cibo e tazze, bottiglie, filtri per sigarette, sacchetti, incarti e assorbenti igienici. Ad accomunare questi prodotti in materiale plastico è un triste primato: si tratta infatti dei dieci rifiuti che più di frequente vengono trovati sulle spiagge europee.

Nelle loro versioni monouso, gli stessi oggetti rappresentano inoltre il 70% dei rifiuti marini. Per attenuare l’impatto sull’ambiente del loro utilizzo, oltre che di quello degli attrezzi da pesca, la Commissione europea ha proposto oggi serie di nuove norme di portata unionale che si propongono di scongiurare danni per un costo equivalente di 22 miliardi di euro entro il 2030, generando risparmi per i consumatori nell’ordine dei 6,5 miliardi di euro.

“La plastica è un materiale straordinario, che dobbiamo però usare in modo più responsabile”, ha spiegato il vicepresidente dell’esecutivo europeo Jyrki Katainen presentando le misure, “i prodotti di plastica monouso non sono una scelta intelligente né dal punto di vista economico né da quello ambientale, e le proposte presentate oggi aiuteranno le imprese e i consumatori a preferire alternative sostenibili”. Un intento chiaro, che ci si augura non vada a scatenare polemiche analoghe a quelle che solo pochi mesi fa hanno accompagnato l’entrata in vigore in italia della direttiva sui sacchetti bio.

Anche in quel caso, una misura pensata per ridurre l’inquinamento da materiali plastici. Questa volta, va detto, le prescrizioni sembrano destinate a toccare più i fabbricanti e i distributori che i consumatori: oltre al divieto di commercializzare determinati prodotti dove esistono alternative facilmente disponibili ed economicamente accessibili, entreranno infatti in scena prescrizioni di etichettatura e obblighi per le aziende del settore – accompagnati comunque da incentivi per lo sviluppo di nuove soluzioni -, alle quali sarà chiesto di contribuire alla copertura dei costi di gestione e di bonifica. Agli Stati membri, invece, saranno assegnati obiettivi di riduzione del consumo e di raccolta: entro il 2025, ad esempio, dovranno essere predisposti sistemi di cauzione e deposito per far sì che il 90% delle bottiglie di plastica per bevande vengano ritirate in modo corretto.

“Le proposte odierne ridurranno, con una serie di misure, i prodotti di plastica monouso che ora troviamo sugli scaffali dei supermercati”, sintetizza un altro vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, chiarendo che “alcuni di essi saranno messi al bando, ma ciò non significa che dovremo rinunciarvi, perché saranno sostituiti da alternative più pulite”. Proprio Bruxelles, d’altra parte, precisa che per le imprese le nuove regole rappresenteranno un’occasione per guadagnare in termini di competitività, sviluppando economie di scala a livello continentale e rafforzando la presenza nel mercato mondiale dei prodotti sostenibili, in piena espansione.

In più, grazie a sistemi più efficaci di riutilizzo, le aziende potranno contare su un approvvigionamento stabile di materiali di alta qualità, mentre la spinta verso la ricerca di soluzioni più sostenibili dovrebbe consentire loro di guadagnare un vantaggio tecnologico sui concorrenti internazionali. L’ultima parola spetta ad ogni modo a Parlamento europeo e Consiglio, chiamati a vagliare le proposte. La Commissione ha esortato le altre istituzioni ad agire in via prioritaria, dando ai cittadini europei risultati tangibili prima delle elezioni fissate a maggio del 2019.

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