BRUXELLES – Un funzionario dell’Unione europea è stato condannato lunedì a quattro anni di carcere per lo stupro di una collaboratrice avvenuto nel 2015 nei locali della Commissione Ue a Bruxelles. È quanto apprende AFP da fonti del tribunale della capitale belga. L’uomo, un dirigente di nazionalità dell’Estonia, nato nel 1967, ha un mese di tempo per presentare ricorso. “Ci sarà un appello”, ha detto ad AFP il suo avvocato, Damien Holzapfel. Luc Hennart, che presiede il tribunale francofono di primo grado di Bruxelles, sottolinea che il funzionario sostiene che “la vittima era consenziente”.
I fatti sono avvenuti a settembre del 2015. In occasione di un evento “organizzato dall’interessato per motivare i collaboratori a partecipare a un nuovo progetto professionale e per la nascita della figlia”, spiega Hennart. Raccontando che poi “la situazione si è evoluta, è degenerata”. La vittima, di 20 anni più giovane dell’aggressore, lavorava nello stesso dipartimento come giurista, sotto la sua responsabilità, circostanza ritenuta dal tribunale un’aggravante.
Lo stupro è avvenuto nel 2015
Il funzionario ha ricevuto anche la condanna a versare alla vittima oltre 30mila euro di risarcimento e per danni morali. Il tribunale ha inoltre emesso per l’alto funzionario un divieto di esercitare i suoi diritti civili per cinque anni. Il funzionario incriminato, Margus Rahuoja, presente all’udienza, ricopriva l’incarico di direttore nella direzione generale mobilità e trasporti della Commissioni, si apprende da fonti vicine al dossier. Lo hanno “sospeso dopo aver segnalato l’incidente per la prima volta alla Commissione. Ed hanno avviato procedure interne”, ha dichiarato ad AFP un portavoce dell’esecutivo europeo.
“La Commissione prende atto” della decisione del tribunale. Ma “le è impedito dalla legge adottare altre misure finché non verrà emesso un giudizio definitivo”, ha detto. La Commissione Ue promuove “una tolleranza zero contro ogni forma di cattiva condotta”, ha proseguito il portavoce. Aggiungendo che “non esiterà ad adottare tutte le misure appropriate” una volta che scadrà il termine per il ricorso o verrà emessa una sentenza definitiva.
(LaPresse/AFP)