MILANO – “Il puntuale lavoro degli inquirenti ha svelato una situazione sconcertante che se confermata è molto grave per la nostra Regione. Sono totalmente estranea a ogni addebito, e tutelerò l’integrità morale della mia persona e della figura di presidente della Regione”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, indagata per concorso in abuso d’ufficio, violazione di segreto e falso. “Non ne faccio parte – ha dichiarato in merito al presunto sistema di potere che avrebbe prodotto clientele e spartizioni nel settore della sanità -. Ho sempre lavorato perché il sistema dell’amministrazione pubblica fosse trasparente, con un rigore morale considerato perfino troppo rigido”.
Marini dice di sentirsi “politicamente” “parte lesa”, “perché dopo otto anni di duro lavoro tutto viene messo in secondo piano, e si lascia campo libero alle strumentalizzazioni politiche di chi ha interessi solo elettorali, non alla verità”. Se non di dimettersi dall’incarico, non ha pensato di sospendersi dal Pd, come altri indagati? “No, perché sono estranea alle accuse e so che posso ancora onorare il Pd e l’istituzione che rappresento”.
La presidente risulta indagata nell’ambito di un’inchiesta della Procura per cui – secondo quanto riporta Umbria24.it – sono finiti agli arresti domiciliari il segretario del Partito democratico ed ex sottosegretario all’Interno, Gianpiero Bocci, l’assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, e il dg dell’ospedale, Emilio Duca. Stesso provvedimento per il direttore amministrativo.
(LaPresse)