Un segnale di cambiamento che va sostenuto e incoraggiato

Maria Bertone, direttore di Cronachedi.it, Cronache di Napoli e Cronache di Caserta
Maria Bertone, direttore di Cronachedi.it, Cronache di Napoli e Cronache di Caserta

Provate a pensare al ticchettìo dell’orologio di notte, quando tutto tace e le lancette sembrano di piombo. Quanto può fare rumore una parola detta a mezza voce nel silenzio assoluto? Quanto può dare fastidio? Tanto, almeno quanto i tic tac notturni. E in effetti, quei ‘guaglioni’, a cui i padri di famiglia di via Aurelio hanno osato dire “andate a spacciare da un’altra parte”, si sono sentiti infastiditi e hanno provato subito a farli tacere. “Vi spariamo nelle case”, hanno risposto, chiudendo il discorso come quando si mette il cuscino su quell’orologio che disturba il sonno. E’ una sconfitta? Ma neanche per sogno. Quello che sta accadendo al Rione Traiano è in realtà qualcosa di dirompente, che spezza decenni di silenzio e di abbandono. Qualcosa di diverso dalle marce con gli striscioni che pure ci sono state ogni volta che è accaduto “il fatto grosso”, ma che hanno un grande limite: il loro effetto dura mezza giornata. Il tempo di una foto e di un comunicato stampa, poi i ‘professionisti’ tornano al sicuro a organizzare la prossima manifestazione e chi vive l’inferno tutti i giorni ci ripiomba. E sprofonda, sempre più impantanato nei “così funziona”, sempre più assuefatto alla legge del più forte. Quando il seme del cambiamento viene piantato fuori stagione è difficile che attecchisca. Ma quando è da quello stesso terreno che spunta un germoglio, spontaneamente, allora c’è speranza che il verde si faccia spazio tra l’asfalto. La camorra è una presenza costante nella vita di certi posti, dove causa troppi danni alla comunità: ne mina la sicurezza, dilania il tessuto sociale, distrugge quello economico. Una piazza di spaccio rappresenta solo una piccola parte dei problemi causati dalla criminalità organizzata, ma è un simbolo di tutto quello che va male in una comunità controllata dalla camorra. Appare chiaro, quindi, che la richiesta delle famiglie ai baby ras di chiudere la piazza di spaccio di via Aurelio è un segnale di speranza e di determinazione. Un segnale importante che va colto e sostenuto. Il contributo del cittadino alla lotta contro la criminalità organizzata è determinante: quante volte ce lo sentiamo dire dalle istituzioni? Stavolta è il contrario: è proprio la gente comune che rialza la testa. Timidamente, ma l’ha fatto. Senza grande clamore ma con convinzione. Ora tocca alle istituzioni sostenere un segnale così importante di cambiamento, di determinazione e di speranza. C’è una parte, e siamo sicuri che si tratti della maggior parte, di rione Traiano, che vuole riappropriarsi della propria vita e della propria sicurezza. Ieri il silenzio, oggi il ticchettio di un orologio, domani una parola detta a mezza voce: e quando “i guaglioni” non si sentiranno più solo infastiditi ma isolati allora potremo raccontare di aver sentito urlare tutto il quartiere. Speriamo che accada presto.

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