Usa, caso Kavanaugh: l’accusatrice del giudice testimonierà giovedì

Il presidente Trump non crede alle accuse

US Supreme Court nominee Brett Kavanaugh speaks on the second day of his confirmation hearing in front of the US Senate on Capitol Hill in Washington DC, on September 5, 2018. - President Donald Trump's newest Supreme Court nominee Brett Kavanaugh is expected to face punishing questioning from Democrats this week over his endorsement of presidential immunity and his opposition to abortion. (Photo by SAUL LOEB / AFP)

MILANO (LaPresse)Christine Blasey Ford, la donna che ha accusato di aggressione sessuale il giudice Brett Kavanaugh, nominato dal presidente Donald Trump alla Corte suprema, testimonierà al Senato americano. Lo hanno fatto sapere i suoi avvocati, dopo giorni di tensione e negoziati tra il Congresso e i legali della docente universitaria californiana. Varie fonti citate dai media prevedono che l’audizione possa tenersi giovedì.

Prevista in settimana la testimonianza di Blaysey Ford contro il giudice Kavanaugh

Trump, come il suo partito repubblicano, smania perché l’udienza di conferma del conservatore Kavanaugh si tenga al più presto, e le accuse di Ford sono un bastone tra le ruote. Il giudice farebbe ‘pendere’ decisamente verso posizioni conservatrici la Corte suprema. E il Gop non vuole rischiare che la conferma, che in precedenza appariva scontata, salti. Alle elezioni di metà mandato a novembre, infatti, il partito repubblicano potrebbe perdere il controllo del Congresso. Cosa che farebbe traballare le chance di Kavanaugh, che in precedenza ha avuto posizioni antiabortiste e favorevole a un più facile accesso alle armi da fuoco.

Trump non crede alle accuse rivolte al giudice

Nella fretta di arrivare alla conferma, Trump ha si è apertamente schierato contro Ford, mettendo in dubbio la sua parola. Per il magnate, il fatto che la donna non abbia denunciato subito dopo i fatti (che risalirebbero agli anni ’80) sarebbe una prova dell’innocenza del magistrato.

La campagna social contro il presidente

Su Twitter si è scatenata una campagna contro Trump con la parola chiave #WhyIDidntReport, cioé ‘perché non ho denunciato’. Iniziativa promossa dalle sopravvissute alle molestie sessuali. E che spiegano online le motivazioni per cui le donne abusate tendono a impiegare anni per parlare delle violenze. Il presidente repubblicano in passato è stato a sua volta accusato da più di 15 donne di abusi sessuali. E ha fatto scandalo per un audio in cui parlava in termini estremamente volgari e sessisti delle donne.

“Blasey Ford testimonierà la prossima settimana. Ha mostrato enorme coraggio di fronte a minacce di morte e molestie, merita rispetto mentre i dettagli sull’audizione vengono elaborati”. Lo ha twittato la senatrice democratica, Dianne Feinstein. Ore dopo, vari media americani hanno riferito che la testimonianza avverrà giovedì. Il presidente della commissione, il repubblicano Chuck Grassley, avrebbe voluto fissarla per mercoledì, ma Ford aveva chiesto che avvenisse non prima di giovedì e di poter chiamare un testimone che lei dice era presente all’aggressione. La commissione le aveva anche dato una scadenza entro cui dire se sarebbe comparsa, ma i suoi legali l’avevano bollata come “arbitraria”.

I legali di Ford

“Sebbene molti aspetti della proposta che avete fornito via email siano fondamentalmente incoerenti con la promessa della commissione di una indagine giusta e imparziale sulle accuse, e sebbene siamo delusi per le notizie trapelate e il bullismo che hanno macchiato questo processo, speriamo si possa trovare un accordo sui dettagli”, hanno scritto i legali di Ford, in una lettera citata dal Washington Post e ripresa da AFP. Kavanaugh intanto nega l’aggressione, che sarebbe avvenuta a una festa privata, quando Ford aveva 15 anni e lui 17.

di Agnese Gazzera

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome