WASHINGTON (Ciro Iavazzo) – Sei anni fa il pasticciere cristiano Jack Kennedy si rifiutò di preparare una torta richiesta da due futuri sposi gay, David Mullins e Charlie Craig, appellandosi al Primo Emendamento. La Corte Suprema degli Stati Uniti gli ha dato adesso ragione. E lo ha fatto ‘censurando’ la commissione per i diritti umani del Colorado che lo accusava di aver violato la legge statale anti discriminazione che vieta ai commercianti di rifiutare i propri servizi in base alla razza, al sesso e allo stato maritale. Una decisione che ha diviso l’America, così come la storia stessa.
“Ostilità alla religione”
Secondo la Corte Suprema, la commissione per i diritti civili del Colorado avrebbe mostrato ‘ostilità alla religione’. La motivazione che avrebbe infatti spinto il pasticciere a rifiutarsi di preparare una torta per nozze gay sarebbe stata la sua fede cristiana. “La questione deve attendere un’ulteriore elaborazione”, ha spiegato il giudice il giudice Anthony Kennedy, lo stesso che con il suo voto nel 2015 aveva aperto con il suo voto favorevole al riconoscimento delle nozze gay negli States. Nella giurisdizione americana, casi simili sono ancora pendenti. Primo fra tutti quello di un fioraio che negò di vendere fiori che sarebbero stati utilizzati per un matrimonio gay.
Un caso che divide la nazione
Gli americani sono divisi sull’argomento. Da una parte gli attivisti dei diritti gay schierati con la coppia gay, David e Charlie. Dall’altra invece i sostenitori di del pasticciere cristiano Jack e del suo negozio, il ‘Masterpiece Cakeshop’. La cosa che balza agli occhi, però, è che la Corte Suprema (un commerciante può negare un servizio ad un cliente solo perché omosessuale?) non si è espressa sulla questione in generale, limitandosi invece a censurare la commissione per i diritti umani del Colorado.