Usa, Trump contro il ‘sabotatore’ Rosenstein: il vice ministro tramava per destituirlo

La 'bomba' nell'amministrazione americana è scoppiata dopo l'esplosivo libro del giornalista Bob Woodward

AFP / Nicholas Kamm in foto il Presidente USA Donald Trump

WASHINGTON (LaPresse/AFP) – Nuovo attacco all’autorità di Trump, oppure nuovo tentativo di screditare le indagini sul Russiagate? Il tentato ‘sabotaggio’ del presidente americano questa volta arriverebbe dal vice ministro alla Giustizia, Rod Rosenstein. Che secondo i media americani avrebbe tramato per destituirlo per motivi d’inadeguatezza.

Il presidente Trump contro il ‘sabotatore’ Rosenstein

Il presidente americano ha risposto durante un comizio in Missouri, senza citare per nome Rosenstein. Che è colui che ha nominato Robert Mueller come procuratore speciale alla guida delle indagini sul Russiagate. “Al dipartimento di Giustizia, abbiamo grandi persone”, “ma anche alcuni davvero pessimi. C’è un fetore persistente e ci disferemo anche di quello”. Ma secondo alcuni il verso obiettivo delle notizie sarebbe un tentativo di scardinare le indagini sul Russiagate, che stringono il cerchio attorno a Trump.

Il tentativo di destituzione

Rosenstein, secondo New York Times e Washington Post, nel maggio 2017 suggerì di registrare segretamente le conversazioni con il magnate. E propose di reclutare membri dello staff, per raccogliere informazioni da usare per invocare il 25esimo emendamento. Con cui rimuoverlo dall’incarico alla Casa Bianca.

Il giornalista ha aperto il vaso di Pandora dell’amministrazione americana

La ‘bomba’ nell’amministrazione americana è scoppiata dopo l’esplosivo libro del giornalista Bob Woodward, che ha denunciato come al governo e tra i funzionari ci sarebbero varie persone con seri dubbi sull’adeguatezza di Trump come presidente. Secondo Woodward, varie di queste persone avrebbero anche tentato attivamente di ostacolare il suo operato. E dopo che un funzionario anonimo della Casa Bianca ha scritto un editoriale sul NYT affermando che vari membri dello staff lavorerebbero per impedire che Trump “danneggi la salute” degli Usa.

Le informazioni diffuse dai due grandi quotidiani sono basate su memo privati scritti dall’allora direttore ad interim dell’Fbi, Andrew McCabe. Che vi riassumeva colloqui con Rosenstein. Secondo alcune voci avrebbero avuto l’obiettivo in realtà di screditare Rosenstein. E di conseguenza Mueller, e non Trump.

Le indagini sul Russiagate

Il numero 2 del ministero supervisiona infatti alle indagini sul Russiagate, concentrate sull’eventuale collusione dello staff di campagna elettorale di Trump nel 2016 con Mosca, che avrebbe avuto lo scopo di sconfiggere la democratica Hillary Clinton. Rosenstein ha risposto definendo gli articoli “inaccurati e fattualmente scoretti”. “Non ho mai voluto o autorizzato registrazioni del presidente e ogni affermazione per cui avrei promosso la rimozione di Trump è assolutamente falsa”. Inoltre, il dipartimento di Giustizia ha diffuso una nota. Affermando che secondo un ex alto ufficiale, non identificato e che sarebbe stato “nella stanza”, Rosenstein avrebbe solo scherzato.

La ‘caccia alle streghe’

Dopo le condanne di sette persone legate a Trump, il cerchio delle indagini di Mueller si è stretto drasticamente attorno alla Casa Bianca e al presidente. Questi ha ripetutamente fatto pressione su Rosenstein e sul ministro alla Giustizia, Jeff Sessions, perché mettano fine a quella che lui definisce “caccia alle streghe”. Chuck Schumer, il democratico di più alto rango al Senato, ha chiesto che ogni tentativo di silurare Rosenstein (come alcuni repubblicani hanno chiesto) sia impedito: “Questa storia non dev’esser usata come pretesto per il corrotto obiettivo di licenziare Rosenstein per piazzare un ufficiale che consenta al presidente di interferire con le indagini”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome