USA: un richiedente asilo liberato non ha potuto ritrovare i suoi figli

La politica "separazionista" dell'amministrazione Trump sembrava finita, eppure nei fatti non sembra essere così

Foto Mandel Ngan LaPresse / AFP in foto Donald Trump

NEW YORK (USA) (LaPresse/AFP) – Un richiedente asilo, liberato dopo che gli è stato messo un braccialetto elettronico, negli Stati Uniti non ha potuto ritrovare i suoi bambini. Sono stati mandati in un centro d’accoglienza a New York. Sulla base di storie come questa, vari esponenti della politica hanno accusato l’amministrazione Trump di tenere deliberatamente divise le famiglie di migranti, entrati illegalmente negli Usa, nonostante la fine ufficiale di questa politica. Davanti al centro d’accoglienza Cayuga Centers, a East Harlem, simbolo della politica di separazione delle famiglie alla frontiera, il gruppo ha manifestato chiedendo la riunificazione. A fronte della difficoltà di riunire le famiglie, un giudice ha posticipato sino a lunedì il termine perché il governo lo faccia.

Secondo gli avvocati, Hector, arrivato negli Usa a gennaio, tenta da oltre un mese di recuperare le figlie, fermate e separate dalla loro madre, tuttora detenuta, dopo aver varcato a giugno la frontiera tra Messico e Usa

L’uomo sperava di arrivare oggi a New York. Ma il servizio immigrazione glielo ha vietato, ha spiegato il suo legale Michael Avenatti. Avenatti ha accusato l’amministrazione di “voler continuare a inviare un messaggio viziato”. Dicendo “agli uomini bianchi che per aver successo devono privare della loro dignità le donne, i musulmani, i migranti”. Il centro Cayuga, in contratto con il governo federale, ha ricevuto da maggio circa 250 bambini inviati dalla frontiera messicana, a migliaia di chilometri di distanza, senza che i genitori o le autorità cittadine ne fossero informati.

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