Usa, vietata a New York la pubblicità di alcolici

Secondo il consiglio comunale, circa 2mila residenti della città sono morti nel 2016 per cause legate all'alcol

©Alessandro Bartolini/Lapresse

NEW YORK – Martedì il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha firmato un decreto che vieta la pubblicità di bevande alcoliche sui media di proprietà della città, incluse le pensiline degli autobus e le edicole. “Non c’è dubbio che troppi newyorkesi sono alle prese con problemi di abuso di droga e alcol”, ha detto il sindaco in una dichiarazione. Questa misura “riafferma il nostro impegno a raggiungere una maggiore uguaglianza sul piano della salute e proteggere il benessere dei newyorkesi”, ha aggiunto.

La decisione del consiglio comunale di New York

Secondo il consiglio comunale di New York, circa 2mila residenti della città sono morti nel 2016 per cause legate all’alcol, che ha causato 110mila accessi al pronto soccorso in città nello stesso anno. Alcuni quartieri, come l’ispanico East Harlem, hanno tassi particolarmente elevati di ospedalizzazioni legate all’alcol.

Gli effetti negativi della pubblicità

Il consiglio comunale spiega che è probabile che la pubblicità aumenti le probabilità di consumo di alcol, così come le quantità ingerite. Nessun dato è disponibile sul reddito generato da questo tipo di pubblicità nella capitale finanziaria degli Stati Uniti. Gli annunci di alcolici erano già stati banditi sugli autobus e sulla metropolitana nel gennaio 2018.

Disaccordi sul nuovo divieto

Un’associazione che rappresenta il settore del vino e degli alcolici, il Distilled Spirits Council, ha criticato questa decisione. “Questa decisione è sfortunata e nulla nella ricerca scientifica lo supporta”, ha detto in una dichiarazione. Mentre altre importanti città americane, come Philadelphia e Los Angeles, hanno vietato la pubblicità di alcolici, l’associazione ha citato alcune città, come Baltimora, che le ha nuovamente autorizzate dopo averle messe al bando. Gli studi dimostrano che “i genitori e gli adulti sono i fattori più importanti nella decisione di un giovane di bere o meno, non la pubblicità”, ha detto l’associazione.

(LaPresse/AFP)

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