Trieste, 29 set. (LaPresse) – “Sui vaccini c’è da chiedersi come mai nel 2018 siamo ancora a doverne parlare. Ci sono tante possibili risposte pratiche, ma di fatto è scomparsa l’evidenza di che cosa significa non vaccinarsi perché le persone ormai sono protette. Sappiamo che le epidemie vanno prevenute quindi la necessità della vaccinazione è legata al fatto che, sotto alcune soglie, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci ha messo in guardia sul rischio di regredire. C’è la possibilità che certe malattie scomparse tornino”. Lo ha detto a Trieste, a margine di un intervento alla manifestazione Next, Elena Cattaneo, professore di Farmacologia e direttore del Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali e Farmacologia delle Malattie Neurodegenerative dell’Università di Milano. Nota a livello internazionale per le sue ricerche sulle cellule staminali nervose e la malattia di Huntington. “Il rischio per il cittadino è di diventare vittima dei suoi pregiudizi.
dunque
La quota, fortunatamente piccolissima, del 2-3% che a tutti i costi, a prescindere dalle prove e dal buonsenso, rifiuta i vaccini, è irrecuperabile”. Ha detto poi Cattaneo. “Noi scienziati dobbiamo lavorare sul 15-20% che sono esitanti, lavorando insieme ai cognitivisti che ti aiutano a capire il perché di reticenze e pregiudizi”, ha aggiunto.