MILANO (LaPresse) – La 75esima Mostra del cinema di Venezia ha reso omaggio a uno dei registi più audaci della settimana arte. E lui dal Lido ha mandato il suo messaggio. “Questo Leone, d’oro e con ali, è un mostro dell’arte e della verità. È pesante e forte, ma può volare: ne abbiamo bisogno ora più che mai”. David Cronenberg ha ricevuto il premio alla carriera da un emozionato Guillermo del Toro, che, se mai ce ne fosse ancora bisogno, lo ha consacrato come suo modello di ispirazione. “Cronenberg è un artista che ci permette di cogliere il nostro lato oscuro. Grazie per la strada che ha tracciato per chi crede nella poesia del proibito”.
Cronenberg star alla Mostra del Cinema di Venezia: Leone alla carriera
La sua cinematografia allucinata e visionaria, intrisa di eros e thanatos, di sovrapposizione, spesso con-fusione, di reale e immaginario, ha regalato opere come Videodrome (1983), La zona morta (1983), La mosca (1986), Inseparabili (1988), La promessa dell’assassino (2007).
Nel 1991, con Il pasto nudo, Cronenberg è stato in concorso al Festival di Berlino, dove nel 1999 ha vinto l’Orso d’argento con eXistenZ. Crash, Spider, A History of Violence, Cosmopolis e Maps to the Stars sono stati in gara per la Palma d’oro a Cannes, dove nel 1996 Crash ha vinto il Premio speciale della giuria.
La ricca filmografia del regista
In occasione del Leone d’oro alla carriera, il Lido ha proposto M. Butterfly (1993) su indicazione del regista canadese stesso, che lo considera tra i suoi film più personali, anche se meno fortunato di altri. Ambientato nella Pechino del 1964, racconta la vicenda del diplomatico francese René Gallimard (Jeremy Irons), che si innamora della cantante dell’Opera di Pechino Song Liling (John Lone), grande interprete della Madama Butterfly. Gallimard sacrifica la moglie, compromette la carriera, passa alla donna documenti riservati per salvare il figlio che crede di aver avuto da lei. Denunciato dal controspionaggio, al processo scoprirà che Song non solo è una spia, ma è anche un uomo.