CARACAS – Oltre 70 giovani assassinati dalle forze speciali di polizia in meno di una settimana e 700 persone carcerate ingiustamente, tra cui 80 minorenni alcuni dei quali addirittura bambini: è questa la denuncia di Juan Guaidò, autoproclamato presidente del Venezuela. Il vertice dell’Assemblea nazionale si scaglia contro la politica di Nicolas Maduro. L’atmosfera è incandescente nel Paese, che viene a trovarsi a un passo dalla guerra civile.
La denuncia del leader dell’opposizione: “La popolazione sta soffrendo”
E’ dura la denuncia del presidente autonominatosi Guaidò. Un ritratto del Paese inquietante quello che emerge dalle sue parole. Una situazione che non sembra sbagliato definire al limite della guerra civile. “Ci sono 70 giovani che sono stati assassinati in una settimana dal Faes, le forze speciali di polizia. – ha dichiarato del leader dell’opposizione – Più di 700 persone sono finite in carcere. Molte di queste sono minorenni e alcuni addirittura bambini. Maduro ha perso il controllo del Paese e la popolazione sta soffrendo”.
La sfida di Guaidò per gli aiuti umanitari, la feldeltà dell’esercito di Maduro messa alla prova
E’ un “nuovo test” quello che il premier non riconosciuto ha in mente adesso per l’esercito. Guaidò ha intenzione di sfidare un divieto posto governo di Maduro. Nel Paese non è infatti possibile inviare quantità consistenti di aiuti umanitari dell’estero. Il ‘presidente’ ha lanciato un appello a quelli che ha definito “Paesi amici”, per l’invio di aiuti alla popolazione. Medicine essenziali a salvare la vita, ma scarse in Venezuela, verranno caricate e bordo delle navi e arriveranno attraverso diversi punti del confine. Una decisione che metterà perciò alla prova la fedeltà delle forze armate. I militari dovranno decidere se intervenire, impedendo così l’aiuto delle medicine e schierandosi con Maduro. L’alternativa è di lasciare che l’iniziativa di Guaidò non venga contrastata, legittimando quindi il suo ruolo agli occhi della popolazione e soprattutto degli Stati esteri.