CARACAS (Mariano Paolozzi) – Il grande esodo. La profonda crisi economica e sociale che sta sfregiando il Venezuela può essere raccontata in decine di modi diversi, con sfumature luciferine sempre diverse. Tra le storie più atroci e drammatiche, c’è sicuramente l’esodo biblico delle mamme venezuelane, in fuga verso i paesi vicino per partorire, in cerca di una migliore assistenza sanitaria, che nel loro paese ha toccato e superato il fondo già da un po’. Domenica i venezuelani sono chiamati al voto, in quelle che sembrano essere le elezioni della “disperacion”.
Destinazione Brasile
I viaggi della speranza, o della disperazione, delle mamme del Venezuela sono quasi tutti verso il Brasile. Secondo quanto emerso da un reportage della Bbc in vista del voto di dopodomani, quasi 1000 venezuelani, ogni giorno, attraversano il confine solo per arrivare in Brasile. Molte donne arrivano negli altri paese afflitte da anemia a causa della cattiva e scarsissima anemia. In alcuni casi, i cittadini venezuelani non riescono a mangiare più d’una volta al giorno. Il paese è sull’orlo del baratro economico. L’inflazione pare abbia raggiunto picchi mostruosi, tra il 1200% e il 1400% annuo.
Quello delle donne incinte non è l’unico esodo
Certo, è quello che colpisce maggiormente ed è maggiormente esplicativo di una situazione di drammatica povertà totale. Ma da quando la crisi politica e sociale è esplosa, senza trovare soluzione di discontinuità, i venezuelani fuggiti negli altri paesi del Sud America, ma anche verso Stati Uniti ed Europa, sono migliaia e migliaia ogni mese. Oltre al Brasile, le mete della speranza, se così si può dire, sono Cile, Colombia e Spagna. Soprattutto la Colombia, che con il Venezuela condivide oltre 2000 chilometri di confine. Un esodo. Emblematiche sono le foto dello scorso gennaio, che vedevano file lunghe chilometri fatte da cittadini venezuelani intenti ad attraversare confini e dogane. Un esodo biblico, che si aggiunge ai mille drammi che sta vivendo quel paese che dopodomani sarà chiamato di nuovo ad esprimersi nelle urne.