CARACAS – Sono pronto a sedermi al tavolo dei negoziati con l’opposizione – ha detto Nicolas Maduro in un’intervista all’agenzia russa Ria Novosti – per parlare per il bene del Venezuela, per il desiderio di pace e per il futuro”.
L’esortazione al dialogo
Parlando di una possibile mediazione internazionale, Maduro ha affermato che “ci sono diversi governi e organizzazioni nel mondo che hanno dimostrato la loro sincera preoccupazione per cosa avviene in Venezuela e hanno esortato al dialogo”.
Il presidente venezuelano si è detto favorevole a un intervento di altri Stati in tal senso e ha menzionato in particolare “i governi di Messico, Uruguay, Bolivia, Russia, Vaticano e alcuni governi europei. Sto inviando loro delle lettere ufficiali perché possano sostenere il dialogo in Venezuela dove vogliono, quando vogliono e in qualsiasi forma vogliano”.
Poche ore prima il no a ultimatum e a ricatti
Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, pur dicendosi favorevole all’ipotesi di elezioni legislative anticipate, si era opposto alla possibilità di tenere nuove elezioni presidenziali affermando con un alinea intansigente: “Non accettiamo gli ultimatum di persone nel mondo, non accettiamo il ricatto. Le elezioni presidenziali in Venezuela ci sono state e se gli imperialisti vogliono nuove elezioni, che aspettino fino al 2025. Le elezioni presidenziali in Venezuela si sono tenute meno di un anno fa, 10 mesi fa”, ha detto Maduro in un’intervista rilasciata a Caracas all’agenzia di stampa russa Ria”.
Nella sua conferenza stampa Arreaza non aveva negato l’esistenza di una crisi economica, addossandone però la colpa alle “sanzioni generali imposte dagli Stati Uniti che dal 2017 sono costate oltre 23 miliardi di dollari di minori introiti”. Denaro, che avrebbe permesso di finanziare “l’acquisto di medicine, generi alimentari, materie prime per la produzione, progetti infrastrutturali e rispetto degli impegni finanziari internazionali”.