Ponte Morandi, nuove perquisizioni della guardia di finanza: si indaga su altri 5 viadotti

Controllata dalle fiamme gialle la sede della Spea: era delegata da Autostrade al controllo della rete viaria

Foto LaPresse - Tano Pecoraro

GENOVA – Nuove perquisizioni, nuovi controlli per cercare di portare a casa altri elementi utili a ricostruire quanto accaduto quel maledetto pomeriggio sul ponte Morandi. È questo l’obiettivo della guardia di finanza del Primo gruppo di Genova protagonista da ore della perquisizione delle sedi di ‘Spea’, la società delegata da ‘Autostrade’ al monitoraggio della rete autostradale italiana.

Nell’inchiesta connessa a quella della struttura di Genova ci sono altri dieci indagati: si tratta proprio di tecnici e dirigenti di Aspi e Spea. 

Il pericolo è quello di nuovi crolli dopo il disastro del ponte Morandi

E si tratta di un controllo ad ampio raggio considerato che le fiamme gialle sono arrivate negli uffici di Genova, Milano, Firenze, Bologna, Bari e Pescara. Secondo le prime indiscrezioni, lo scopo sarebbe dunque quello di reperire documenti relativi nello specifico ad altri cinque ponti e viadotti la cui stabilità sarebbe a rischio. Tra questi, uno attiguo proprio al ponte Morandi che fa parte della bretella di collegamento tra l’autostrada ‘A7’, vale a dire la Milano-Genova, e lo svincolo autostradale di Genova-Sampierdarena.

Altri due viadotti si trovano invece rispettivamente a Bari e Pescara mentre la posizione degli ultimi due sarebbe ancora segreta per evitare allarmismi tra residenti e pendolari. I controlli a cui le fiamme gialle hanno dato vita in queste ore rappresentano il risultato di una lunga indagine grazie alla quale sarebbero state riscontrate delle criticità importanti.

Criticità emerse dopo l’audizione di indagati e testimoni

A portarle a galla i racconti delle 21 persone, che risultano al momento indagate, e dei testimoni ascoltati dai pm Massimo Terrile e Walter Cotugno titolari dell’inchiesta.

Contemporaneamente alle nuove verifiche va intanto avanti l’iter burocratico-amministrativo iniziato mesi fa. E da questo punto di vista lo slittamento della traduzione dal tedesco della perizia degli esperti che erano stati nominati dal giudice di Genova potrebbe allungare i tempi della demolizione della struttura restante, in particolare quella relativa al moncone est. E influire sulla data dell’8 febbraio inizialmente prevista per l’incidente probatorio.

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