ROMA – “Non c’è molto da aggiungere agli elenchi nutriti dei timori e delle opportunità che possono scaturire dal “Memorandum of understanding” che il governo italiano e quello cinese si preparano a firmare. Mi limito a osservare che quando un Paese con un debito pubblico pari al 132% del PIL, e una crescita stimata intorno allo 0 virgola, cerca e trova un accordo con un Paese il cui debito pubblico è pari al 18,6% del PIL e una crescita stimata intorno al 6-6,5% c’è qualcosa destinato inevitabilmente ad andare storto perché il rapporto nasce già troppo sbilanciato. L’Italia ha bisogno della Cina, e la Cina dell’Italia. Con la differenza che a scrivere le condizioni del “memorandum” sarà inevitabilmente il partner più forte”. Lo dichiara in una nota Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera e componente della Commissione Esteri.
Il rischio
“L’Unione europea ha stabilito un quadro di norme vincolanti per i rapporti bilaterali fra i singoli Paesi e la Cina. È qualcosa, ma è molto meno di quanto sarebbe necessario per non soccombere in un rapporto impari – aggiunge -. Se l’Unione europea, attraverso la Commissione e il Consiglio europeo, avesse più lungimiranza dovrebbe lavorare per sottoscrivere un “memorandum” europeo con la Cina per poi distribuirne i benefici fra i singoli Paesi. Mai come in questo caso l’Italia si prepara a pagare un prezzo altissimo per la scarsità di Europa. Altri Paesi, come la Germania e la Cecoslovacchia hanno sottoscritto intese separate con la Cina. Con consentendo a Xi Jinping di avvalersi della strategia del “divide et impera”. Il memorandum fra Italia e Cina altro non è che la manifestazione di impotenza dell’Europa”.
LaPresse
Via della seta, Napoli: “Rischio vero è divide et impera su Europa”
"Non c'è molto da aggiungere agli elenchi nutriti dei timori e delle opportunità che possono scaturire dal "Memorandum of understanding" che il governo italiano e quello cinese si preparano a firmare".