NAPOLI – Confezioni in materiali dannosi per l’ambiente, plastica e metallo non riciclabile, che ogni anno generano montagne di scarti per bere poi un caffè di qualità industriale: non si deve rinunciare alla qualità, anzi, per poter gustare un buon caffè riducendo l’impatto ambientale dei rifiuti. Dopo anni di ‘monopolio’ della moka il mercato del caffè è cambiato, muovendosi verso uno spazio sempre più vasto per le cialde e le capsule. Circa 10 miliardi le confezioni che vengono vendute ogni anno in tutto il mondo. Una vera e propria montagna di immondizia che genera ogni anno un totale di oltre 120mila tonnellate di rifiuti.
Capsule di plastica e alluminio. Più di 500 anni per smaltirle
Se la soluzione delle cialde risulta relativamente dannosa per l’ambiente tutt’altro discorso è quello che va fatto per le capsule. I materiali con cui vengono confezionate le porzioni sono difficilmente smaltibili. Ogni dose è infatti contenuta in un involucro di plastica e alluminio. Secondo gli esperti un confezionamento che richiederebbe oltre 500 anni per venire degradato in natura. D’altra parte le cialde in alluminio non sono considerate come rifiuti riciclabili in quanto andrebbero lavate dopo l’utilizzo e non gettate così come sono nella pattumiera. Soltanto alcuni tra i prodotti in vendita vengono attualmente confezionati in modo da evitare un grosso impatto con l’ambiente.
Tè in bustine di termoplastica: la miscela è la soluzione
Un danno per la natura arriva anche da tè e tisane. Che apparentemente sembrano ‘eco-friendly’ ma che, nella pratica, risultano fortemente inquinanti. I filtri del tè e le bustine delle tisane sono infatti generalmente composte da materiale termoplastico non biodegradabile. Materiali che poi fanno anche male alla salute. Molti studi evidenziano i danni causati dai residui che potrebbero venire inavvertitamente introdotti nell’organismo. Frammenti di microplastiche che, una volta rilasciato nell’acqua bollente l’infuso che contiene e che poi, dopo l’utilizzo, vanno a finire direttamente nel bidone dell’immondizia. Un’alternativa c’è ed è molto semplice: acquistare presso un’erboristeria di fiducia direttamente le erbe sfuse per andare ad immetterle nell’acqua grazie ad un filtro multiuso. Una soluzione pratica ed ecologica, oltre che economica. Un sacchetto di erbe fresche è spesso ben più economico di tè ed infusi venduti in confezioni industriali ed i benefici per la natura, oltre che per la salute e per il gusto, sono molti.
Macinatura fresca e dal vivo: quando il caffè è ‘arte verde’
Come è possibile, allora, bere un caffè senza avere sulla coscienza il rimorso di stare inquinando. La soluzione è sotto i nostri occhi e, spesso, più vicina di quanto non si creda. Non è difficile, soprattutto nel capoluogo partenopeo, trovare bar e coloniali che vendono caffè di pronta macinatura. Dalla scelta della miscela, che varia sia per la provenienza dei chicchi che a seconda del tipo e dall’intensità della tostatura: poco o nessun intervento da parte del produttore e nessuna mistificazione. La genuinità viene presentata senza confezioni esterne, portata a casa in un semplice (e biodegradabile) sacchetto di carta.
Cialde dannose per l’ambiente: Amburgo le mette al bando
Le capsule monouso non possono venire riciclate e, una volta immesse nell’ambiente, sono di difficile smaltimento. E’ per questo che la città/regione di Amburgo le ha messe al bando. L’amministrazione ha infatti vietato l’utilizzo delle capsule in alluminio all’interno degli uffici comunali. Non si tratta dell’unica decisione a favore dell’ambiente considerando che, all’interno dello stesso provvedimento, viene vietata la vendita di prodotti alimentari n confezioni non riciclabili.
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