Vietare i cortei è un errore, il dissenso è democrazia

Le persone vogliono più sicurezza. Ma di quale sicurezza stiamo parlando? Avendo svolto le funzioni di magistrato e sindaco conosco il bisogno di sicurezza della gente. Le persone vogliono essere tutelate da rapinatori, ladri, scippatori, assassini, stupratori, truffatori, corrotti, mafiosi. Per le persone la sicurezza non è impedire ai giovani di protestare contro la guerra, contro i cambiamenti climatici, contro le opere pubbliche dannose. Anzi la criminalizzazione del dissenso e la strategia di mettere contro forze dell’ordine e assettati di giustizia che dovrebbero stare dalla stessa parte la storia ci ha insegnato che non ha mai portato sicurezza e nulla di buono. Per avere più sicurezza e una giustizia che funzioni meglio bisogna approvare norme che rafforzino la sicurezza e il sistema giudiziario. Ed invece stanno facendo sempre di più il contrario. Le norme approvate negli ultimi mesi dal Parlamento e dal Governo e quelle che si stanno per approvare diminuiscono la sicurezza, rendono più difficile individuare e fermare autori di efferati delitti, lasciano le vittime più sole ed indifese. Tra poco passerà anche la legge per ridurre le intercettazioni e renderle inoffensive in maniera tale da fare un regalo a mafiosi, corrotti e violenti di ogni specie. E quando si avrà la capacità finalmente, dopo una corsa ad ostacoli, di individuare autori di gravi reati sarà quasi impossibile arrestarli perché hanno approvato una serie di norme per cui in carcere tra breve andranno solo donne rom, immigrati che non hanno commesso reati ma che il loro reato è quello di essere immigrati, studenti ribelli, manifestanti, operai, lavoratori e sindacalisti che protestano, chi rivendicherà diritti essenziali come la casa, la salute e l’ambiente. Le carceri piene di oppositori al regime e disturbatori della quiete pubblica. E la criminalità che diviene sempre più istituzione e Stato produce leggi e provvedimenti. Crisi economica, pandemia e guerre hanno introdotto una legislazione di emergenza per evitare la critica e il dissenso al potere. Temo che questa strategia aumenterà insicurezza, disordini, violenze, rabbia, odio e peggio ancora. Come si fa a non rendersi conto che dovremmo ringraziare chi ancora lotta per i diritti e non si gira dall’altra parte di fronte alle ingiustizie. Dovremmo ringraziare i giovani che urlano contro i devastanti cambiamenti climatici. Dovremmo essere infinitamente grati ai giovani che scendono in piazza per la Palestina e il genocidio del suo popolo. La violenza sociale non si combatte vietando e reprimendo. Vietare il corteo del 5 ottobre è non solo una violazione della Costituzione ma è stato un errore. La democrazia forte deve consentire il dissenso, favorire la partecipazione, isolare con le masse provocatori e violenti di professione. Nella lotta per i diritti la verità è spesso quella che si vuole reprimere, con la legalità dell’ordine costituito ma contro la giustizia e la Costituzione. E dove andremo a finire così facendo? Se la storia ci ha insegnato qualcosa apriamo gli occhi ed utilizziamo bene il diritto, in maniera costituzionalmente orientata e non come strumento al servizio del potere politico ed economico contro il popolo.

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