Villaggio Coppola, maxicondominio abusivo. I finanzieri sequestrano Palazzo Marina

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Palazzo Marina

CASTEL VOLTURNO – Venticinque milioni di euro. È questo il valore del ‘Palazzo Marina’ sequestrato ieri dalla guardia di finanza di Mondragone. L’imponente fabbricato, che sorge all’interno del residence Fontana Blue, nel Villaggio Coppola, è finito sotto sequestro. L’edificio, suddiviso in ben 104 unità abitative, secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere – guidata da Pierpaolo Bruni – sarebbe frutto di una lottizzazione abusiva aggravata dalla totale assenza di una valida licenza edilizia. A far scattare il provvedimento è stata un’indagine condotta dalle fiamme gialle, che ha ricostruito le fasi della trasformazione dell’immobile da struttura turistico-ricettiva a complesso residenziale, secondo l’accusa, senza alcuna autorizzazione valida.

Alla base dell’inchiesta, avviata dalla Procura sammaritana, ci sarebbe la constatazione che il titolo edilizio presentato dai responsabili del fabbricato – una copia di una presunta licenza risalente al 1964 – non sia mai stato rinvenuto negli archivi comunali. Un elemento che, secondo gli inquirenti, confermerebbe la natura abusiva dell’intera operazione edilizia. Sono dodici le persone indagate in questa nuova inchiesta giudiziaria, condotta dalla Procura guidata da Pierpaolo Bruni, tra cui figurano due noti professionisti legati alla Mirabella Spa – la società della famiglia Coppola – ovvero Augusto Tedeschi, procuratore speciale, e Vincenzo Gambardella, rappresentante legale. Tra gli indagati anche diversi esponenti della famiglia Moccia, storici imprenditori del cemento, che – secondo l’accusa – avrebbero continuato l’attività di lottizzazione abusiva avviata fin dagli anni ’70, anche attraverso recenti interventi edilizi effettuati sfruttando i bonus del Superbonus 110%.

L’indagine ha evidenziato come il “Palazzo Marina”, inizialmente destinato ad attività turistico-ricettive, sia stato oggetto di una trasformazione massiccia e non autorizzata in residenze private. Un cambio di destinazione d’uso che ha generato un agglomerato abitativo completamente fuori legge. Non è emerso, al momento, alcun coinvolgimento diretto di amministratori o dipendenti del Comune di Castel Volturno, sebbene la mancata presenza della licenza edilizia tra gli atti ufficiali dell’Ente rappresenti, secondo gli inquirenti, una delle criticità più gravi dell’intera vicenda.

Il sequestro preventivo d’urgenza, emesso dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, è stato poi convalidato dall’ufficio gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La procedura che ha innescato i sigilli si trova nella fase preliminare e gli indagati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna definitiva. Il giudice della fase processuale, inoltre, potrebbe anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli inquisiti e procedere con il dissequestro della struttura.

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