Vitalizi, il forzista Caliendo si astiene ma il M5S insiste: “Azzerare la commissione”

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Giacomo Caliendo

ROMA – Tornare in piazza recuperando i vecchi cavalli di battaglia. È la strategia del Movimento 5 Stelle per riallacciare quel rapporto che si è interrotto gradualmente con la base da quando è iniziata l’avventura di governo. A lanciarla è stata Paola Taverna, la ‘pasionaria’ che già dal giorno della sua investitura a facilitatrice aveva indicato nell’abbraccio con i cittadini la ricetta per guarire da quel ‘male oscuro’ che ha portato il Movimento prima a farsi doppiare dalla Lega e ora a inseguire pure il Partito democratico.

Niente algoritmi, nessun discorso sulle alleanze

I Cinquestelle chiamano la loro gente in piazza per difendere il taglio dei vitalizi. Anche se a ‘guastare la festa’ c’è il passo indietro del senatore di FI, Giacomo Caliendo, accusato dai pentastellati di essere in conflitto di interessi e quindi non in grado di guidare la Commissione contenziosa di Palazzo Madama, che dovrà pronunciarsi sui ricorsi degli ex parlamentari contro la delibera fortemente voluta dal Movimento. L’esponente azzurro ha però annunciato in aula l’astensione dal processo, pur respingendo tutti gli addebiti “in difesa del Senato”. Una mossa tardiva per il gruppo di Vito Crimi, che insiste nella richiesta di azzerare l’organismo.

Non si ferma, dunque, l’organizzazione della manifestazione del 15 febbraio a Roma, cui potrebbe prendere parte anche Beppe Grillo, suggerisce qualche ‘voce di dentro’. Di sicuro ci sarà Luigi Di Maio, tornato a parlare di politica interna dopo un lungo silenzio autoimposto dal giorno in cui ha rassegnato le dimissioni da capo politico. “Sapevamo che il sistema avrebbe provato a cancellare le nostre riforme. C’è una sola risposta: il popolo italiano che deve scendere pacificamente in piazza contro questo osceno atto di restaurazione”, dice il ministro degli Esteri in un video su Facebook.

Il suo appello, però, non è rivolto “solo alle persone del M5S”, ma a tutti quelli che sono “assetati di giustizia sociale”. Toni da ‘battaglia’ per Di Maio, sul quale continuano le voci di riorganizzazione di un pezzo di truppe per rilanciare la sua leadership. Spifferi sempre smentiti dal suo staff, ma che la mossa di appoggiare l’iniziativa lanciata da Taverna potrebbero anche rafforzare. Secondo una vecchia legge della politica: mai farsi superare dall’interno. Non è un mistero, infatti, il gruppo è impegnato in una discussione dai toni molto accesi su cosa ‘fare da grandi’.

L’offerta di partnership del Pd è sempre sul tavolo, ma c’è uno zoccolo duro di Movimento che non ne vuole sapere: alcuni perché fortemente convinti che la ‘terza via’ (né con la destra, né con la sinistra) sia ancora la soluzione adatta, altri perché dopo anni di conflitto senza esclusione di colpi sembra un Harakiri aprirsi al “nemico storico”.

Se ne parlerà agli stati generali, che dovrebbero esserci “appena dopo Pasqua”, come dice Federico D’Incà. Per quella data sarà sicuramente rientrato in Italia Alessandro Di Battista, che via Instagram avverte amici e alleati: “Ho quasi finito e torno”. Se ne vedranno delle belle. (LaPresse)

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