di Lorenzo Allegrini
MILANO (AWE/LaPresse) – Il gruppo mediatico francese Vivendi studia la vendita “fino al 50%” della sua Universal Music Group dopo il calo dell’utile del primo semestre. La decisione è stata presa perché con ricavi in calo dell’1,4%, a 2,6 miliardi di euro, diventa più complesso raccogliere denaro con una Ipo in Borsa del gruppo discografico. Il cda punta invece a dare mandato alle banche per una cessione “a uno o più partner strategici. Al fine di estrarre il massimo valore”. La transazione verrà probabilmente avviata questo autunno e potrebbe essere completata entro i prossimi 18 mesi.
Una misura che appare abbastanza urgente per i vertici francesi
Vertici che vedono l’utile dei sei mesi flettere del 6,3% a 165 milioni di euro. Ciò, anche per la pesante influenza di una svalutazione della quota in Tim, per 512 milioni. “Nonostante l’atteso miglioramento dell’outlook di Telecom Italia (se il piano industriale 2018-2020 adottato il 12 marzo 2018 all’unanimità dal precedente consiglio di amministrazione di Telecom Italia sarà efficacemente implementato dal nuovo cda)“, scrive Vivendi, la decisione di svalutare tiene conto, in particolare, “del rischio di esecuzione di questo piano industriale dato il ridotto potere di Vivendi nel partecipare alle decisioni relative alle politiche finanziarie e di gestione” di Tim.
Guardando al resto dei risultati del gruppo guidato dall’a.d. Arnaud de Puyfontaine, l’utile adjusted è di 393 milioni. In crescita del 22,8% rispetto allo stesso periodo del 2017. I ricavi ammontano a 6,4 miliardi, in crescita del 18,3%. L’Ebitda si attesta a 542 milioni, in aumento del 54% sui primi sei mesi dello scorso anno. L’indebitamento finanziario netto, al 30 giugno scorso, è a 1,399 miliardi, contro i 2,340 miliardi al 31 dicembre 2017.
Nel frattempo, nel risiko delle telecomunicazioni, secondo i media internazionali il fondo Elliott, già entrato con forza in Tim, starebbe valutando di acquisire una quota di Vodafone. Il colosso britannico valorizza in Borsa a Londra l’indiscrezione e tocca un rialzo fino a oltre il 4%, il massimo in quattro anni, secondo il Financial Times. In chiusura, il titolo della compagnia telefonica guadagna il 3,61% a 186,50 pence.