NAPOLI (Gianmaria Roberti) – Una distesa da centinaia di bagagli senza padrone, nell’area destinata al ritiro. L’aeroporto di Capodichino invaso da valigie. Così si presentava ieri, nel primo pomeriggio, lo scalo aereo. Scene di ordinario disagio, al tempo del caos voli. Un cortocircuito in corso da settimane, in tutto il mondo, tra partenze in ritardo, cancellazioni e bagagli smarriti. A generarlo, paradossalmente, è stata la ripartenza post Covid del traffico. La crisi pandemica, con il crollo del trasporto aereo, ha causato una miriade di licenziamenti tra gli addetti. La ripresa è arrivata con enormi carenze negli organici: manca personale di terra, sicurezza e volo. I lavoratori superstiti sono costretti a turni insostenibili. Scioperi si stanno susseguendo ovunque. Risultato? 41mila voli cancellati, di cui 7mila in Italia. Almeno altri 2mila verranno annullati entro il 15 luglio. Ce n’è abbastanza per rovinare le vacanze a tantissima gente. Comprensibili la rabbia degli utenti, con le associazioni dei consumatori sul piede di guerra, pronte alle azioni legali. Da Gesac, società che gestisce Capodichino, attribuiscono i disservizi di ieri al contesto globale. “Nessuno sciopero del personale di terra – spiegano-. Mancando personale, sia di terra che di volo in altri aeroporti nord europei – in particolare Londra Heatrow e Amsterdam Schiphol, c’è un effetto domino”. In sostanza “molti aerei partono senza bagagli, e chiaramente il problema si riflette anche su Napoli, scalo di arrivo. Il trasporto aereo è molto interconnesso”. A Cappodichino l’ultimo sciopero risale al 25 giugno: a incrociare le braccia i dipendenti delle compagnie aeree. “Se c’è un problema di carenza di personale in altri scali – dicono da Gesac – non si riescono a caricare tutti i bagagli nella stiva del volo. A quel punto i bagagli arrivano con i voli successivi, tecnicamente si dice che sono riavviati. Questo crea un aggravio di lavoro per il personale dell’aeroporto di arrivo, se il bagaglio non arriva a seguito del passeggero significa dover aprire una pratica di smarrimento, tracciarlo e lavorarlo per poi mandarlo all’indirizzo del passeggero che non l’ha avuto al suo arrivo”. Alla società di gestione, però, sono sicuri: “Gli aeroporti italiani hanno retto molto meglio degli altri, perché abbiamo avuto un sistema di ammortizzatori sociali che ha tutelato i posti di lavoro. Invece, in altri aeroporti il personale è stato licenziato, poi c’è stata una grossa fatica quando il traffico ha ripreso, sia a trovare personale sia a formarlo nei tempi giusti”. Quanto ai disagi, si minimizza: “Le cancellazioni quasi fisiologiche del periodo estivo e dell’alta stagione”.
“Il vero problema è il sovraffollamento”
Il caos bagagli a Capodichino “già da alcuni giorni sta accadendo” spiega Ugo Milone, coordinatore regionale del Trasporto Aereo per la Fit Cisl. E se, ormai, il fenomeno non è una novità, si verifica “non solo a Napoli, ma in diversi aeroporti italiani, che subiscono questi disservizi che vengono da altri aeroporti”.
Il sindacalista afferma: “Non è una questione di personale di terra che non riesce a smaltire i bagagli che arrivano. Stanno arrivando aerei con i passeggeri, e solo nei giorni successivi i loro bagagli”.
Insomma, “si sta creando un disservizio enorme, e molto spesso i principali aeroporti che creano il problema sono quelli di Francia, in particolare Parigi, Germania, Belgio, Irlanda che ha messo l’esercito per il controllo dei bagagli che rimangono in giacenza”. E quando succede, “l’utenza deve ripassare in aeroporto, fare tutta la trafila per il riconoscimento del bagaglio”.
A Napoli “si stanno accumulando centinaia di valigie a terra, e – avverte Milone – non ci sono grandi spazi per conservarli. Una situazione quasi surreale”. Senza contare che “i carichi di lavoro sono maggiori, purtroppo il Covid esiste ancora, c’è gente che prende il virus e deve stare in quarantena, quindi il personale si riduce”.
L’esponente della Fit Cisl, però, sottolinea “il grande sforzo che stanno facendo le società di handling e i propri lavoratori per cercare di agevolare i disagi che stanno subendo i passeggeri e che non dipendono dallo scalo partenopeo, predisponendo anche squadre apposite”. A Capodichino, tuttavia, c’è altro da considerare.
“Rispetto al 2019 ci sono mille passeggeri in più al giorno – dice Milone-. L’emergenza è anche dovuta al fatto che ci sono molte più persone che vengono nel nostro aeroporto. La società di gestione per questo è partita con il progetto di acquisizione dell’aeroporto Costa d’Amalfi di Salerno, perché Napoli con quei numeri è congestionata”.
Il sovraffollamento si motiva “col fatto che c’è tanta voglia di viaggiare, la gente appena ha avuto la possibilità di muoversi in maniera più libera dai protocolli ha dato una risposta molto superiore alle previsioni, che vedevano solo nel 2024 il ritorno alle medie pre pandemia. In tutti gli aeroporti si sta verificando questo trend”. A Napoli, peraltro, il boom turistico è conclamato. Nonostante questo “finora grossi problemi sulle cancellazioni di volo, a Capodichino – assicura il sindacalista-, non se ne sono avuti”.
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