In Italia, dove si contano 4,7 milioni di volontari, è aumentata la percentuale di persone che dedicano il proprio tempo a cause ambientali. All’interno di questo fenomeno, un ruolo sempre più rilevante è ricoperto dalle aziende che promuovono e organizzano attività ecologiche per i propri dipendenti.
Le iniziative sono varie e spaziano dalla pulizia di parchi, fiumi e spiagge alla tutela della biodiversità, fino alla riqualificazione di aree urbane. Queste esperienze creano un’alleanza virtuosa tra il settore privato e il mondo del non profit, generando benefici tangibili per l’intero ecosistema sociale e naturale.
Un esempio significativo è rappresentato da Enel, che ha puntato con decisione su questo modello. Nel corso dell’ultimo anno, l’impegno dei suoi team ha permesso di raccogliere oltre 3 tonnellate di rifiuti in tutta la penisola: 2,5 tonnellate di indifferenziato, 424 kg di vetro e metalli, 229 kg di plastica e 23 kg di carta. Numeri che testimoniano l’urgenza di una corretta gestione dei rifiuti.
Le giornate di pulizia, organizzate in collaborazione con associazioni come Legambiente e Plastic Free, hanno interessato numerose città, tra cui Roma, Palermo, Torino, Napoli e Firenze. A questi eventi si sono aggiunti interventi di riqualificazione urbana a Milano, Catania e in altre località, dimostrando un impatto concreto e capillare sul territorio.
I vantaggi di queste attività sono molteplici. Per i dipendenti, partecipare attivamente alla raccolta dei rifiuti si è tradotto in una maggiore consapevolezza sugli stili di vita e sul senso civico. Vedere con i propri occhi la quantità di plastica abbandonata, ad esempio, ha spinto molti a riflettere sulla necessità di ridurne il consumo quotidiano.
Per la comunità, i benefici non si sono limitati alla riqualificazione degli spazi condivisi. Si è rafforzato il legame tra i cittadini e il loro quartiere, stimolando una cittadinanza attiva e un “effetto contagio” che incoraggia l’impegno individuale. Si è creata una maggiore responsabilità collettiva verso i luoghi in cui si vive.
Anche le aziende ne hanno tratto un notevole giovamento. Promuovere queste esperienze migliora il clima interno, rafforza lo spirito di collaborazione tra reparti diversi e accresce il senso di appartenenza e orgoglio dei lavoratori. L’impresa dimostra così un impegno concreto nella responsabilità sociale e ambientale (ESG), andando oltre le dichiarazioni di principio.
Questo modello collaborativo, che unisce imprese, associazioni e cittadini, si allinea perfettamente con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. La tutela degli ecosistemi e la partecipazione attiva sono infatti riconosciute come pilastri fondamentali per costruire comunità più resilienti e uno sviluppo realmente sostenibile.



















