Voto a Napoli. Manfredi, coalizione da maxi inciucio

Lo schieramento va dagli attivisti dei centri sociali alla lista di Mastella. Con il passo indietro di D’Angelo il gruppo a sostegno del rettore comprende esponenti molto lontani fra di loro

NAPOLI – Una coalizione decisamente variopinta quella a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Gaetano Manfredi. Con la convergenza di Sergio D’Angelo, lo schieramento è a dir poco vasto: si va di centri sociali che stavano appoggiando D’Angelo (e che hanno sempre avuto buoni rapporti con il sindaco uscente Luigi De Magistris) fino alla lista “Noi azzurri per Manfredi”, guidato da un democristiano di lungo corso come Clemente Mastella e che comprende l’ex Forza Italia Stanislao Lanzotti.

In mezzo ci sono i 5 Stelle, il Pd, Italia viva, i Moderati di Enzo Varriale, Centro democratico e Campania libera, lista che fa diretto riferimento al presidente della Regione Vincenzo De Luca, politico più volte bersagliato dai centri sociali e in contrasto permanente con il sindaco. Insomma, un calderone dive si trova di tutto. Tanto che il rifiuto di apparentamenti al secondo turno annunciato da di Catello Maresca, candidato sindaco del centrodestra, può leggersi come un tentativo di distinguersi dallo schieramento opposto, recitando la parte dei “puri e duri”. Intanto, però, l’alleanza per Manfredi dovrà evitare frizioni interne e litigi. Manfredi è chiamato a fare da garante di un gruppo così disomogeneo: compito non facile soprattutto per un candidato che – al di là delle qualità personali e professionali – non brilla certo per carisma.

Ad ogni modo, per il gruppo mastelliano, da sempre abituato alla mediazione, problemi non ce ne sono: “Siamo la componente più moderata della coalizione” gongola il vicecoordinatore regionale di Noi Campania Luigi Bosco, che sta organizzando le candidature per Mastella. Il capolista potrebbe essere l’avvocato Gaetano Brancaccio, esponente del mondo civico, ma non è meno importante la candidatura di Massimo Pepe, dirigente amministrativo dell’ospedale Santobono molto legato a Bosco.

Intanto, va notato che centrodestra e centrosinistra, sia a Caserta che a Napoli, fanno a gara a “vendersi” il risanamento ambientale delle amministrazioni. L’altro ieri Gianni Letta, intervenuto alla festa del Pd, ha notato che a Napoli “ci sono tanti problemi a cominciare da quello del pre dissesto del Comune” e assicurato che “ci faremo carico a livello nazionale dei problemi della città”.

Insomma, la promessa sottintesa è quella di una legge “salva Napoli”. Un impegno molto simile a quello preso da Matteo Salvini venerdì a Caserta, durante la visita a sostegno del candidato in pectore del centrodestra, il consigliere regionale leghista Gianpiero Zinzi. Il Capitano ha parlato di una norma “salva Caserta”: un’eventualità ancora più improbabile della legge per Napoli, considerato che la città partenopea è una metropoli,. mentre in Italia ci sono decine di città di medie dimensioni che non riescono a far quadrare i conti e non si capisce perché Caserta dovrebbe avere un trattamento di riguardo. Ad ogni modo, l’impressione è che in campagna elettorale se ne sentiranno ancora parecchie.

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